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25 Aprile – A Formia la banda non suona “Bella Ciao”, è polemica. Il sindaco: “Applicato protocollo istituzionale”

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A Formia la banda musicale Umberto Scipione non ha suonato “Bella Ciao”, come accade ogni anno. Ne è nata una polemica. La segnalazione dell’assenza del brano dalla scaletta è giunta dal pubblico. Oggi il sindaco  Gianluca Taddeo cerca di chiarire: “Eseguito semplicemente un protocollo istituzionale”.

La nota del Comune e del sindaco Taddeo

In merito ad alcune polemiche sollevate sui social relative alla mancata esecuzione del brano “Bella ciao” durante la cerimonia istituzionale di commemorazione del 25 aprile a Formia, l’Amministrazione comunale ritiene corretto far presente che il complesso bandistico “U.Scipione Città di Formia” ha liberamente applicato un protocollo istituzionale, suonando brani  ordinariamente eseguiti durante  le celebrazioni istituzionali della Festa della Liberazione.

Futili strumentalizzazioni, in una giornata di festa nel ricordo della  pacificazione nazionale, appaiono dunque  fuori luogo e pretestuose, soprattutto in considerazione che i consiglieri di opposizione, che polemizzano per la mancata esecuzione di “Bella ciao”, non erano presenti  avendo ritenuto di non partecipare alle celebrazioni odierne, né in chiesa, né durante il corteo, né in piazza alla deposizione della corona in onore dei caduti.

Peraltro, al termine del suo discorso, il Sindaco Gianluca Taddeo ha anche invitato i presenti ad intervenire pubblicamente per aggiungere eventuali considerazioni e richieste. Nel suo discorso il primo cittadino Taddeo ha ricordato lo spirito della Resistenza sottolineando le due facce del secondo conflitto mondiale: quella rappresentata dagli eserciti regolari e l’altra rappresentata  dalla guerra clandestina combattuta nell’ombra delle formazioni dei partigiani.

“La giornata del 25 aprile 1945, grazie alla vittoria degli angloamericani e della Resistenza, con la contemporanea caduta definitiva del fascismo, segnò simbolicamente e convenzionalmente la fine della tragedia di un popolo, la fine dell’oppressione e della negazione dei diritti di libertà”.

Ha evidenziato come “oggi celebrare il 25 aprile voglia dire riflettere sui valori fondanti della nostra Carta costituzionale, i valori  di libertà e di democrazia, per cui il 25 Aprile può dirsi essere la data fondativa della nostra Democrazia” perché il “sacrificio di migliaia di vittime ha permesso al Popolo italiano di riappropriarsi del diritto fondamentale ed immanente alla libertà, alla giustizia e alla pace, tracciando così la strada  di un regime costituzionale democratico”.

Sempre il Sindaco ha ricordato come l’immane sacrificio umano che consentì al nostro Paese di aprire una nuova pagina di Storia -quella della Repubblica democratica dove la Sovranità appartiene al Popolo e dove i diritti del Popolo acquistano centralità nel vivere quotidiano – ha sottolineato come la celebrazione annuale della ricorrenza della Liberazione non possa assumere  un valore meramente simbolico, ma ricopra un significato sempre attuale  e concreto in quanto è la celebrazione di tutti quei principi di uguaglianza e di solidarietà alla base delle nostre relazioni. Infine ha sottolineato come “celebrando la Liberazione si mantiene viva la memoria di uno dei momenti più drammatici e si contribuisce a trasmettere i valori della Resistenza che ha visto un popolo in armi per affermare il diritto alla  Pace”.

Nella giornata odierna, inoltre, l’Amministrazione comunale ha partecipato alla commemorazione del 70° anniversario dell’apposizione del cippo memoriale  sulla collina di Santa Maria La Noce con il vicesindaco Giovanni Valerio, il quale ha evidenziato il ricordo di quei tragici eventi, che hanno segnato in maniera indelebile la storia della città di Formia con la perdita di centinaia di vite umane che hanno contribuito alla liberazione della città dall’oppressione straniera.

Sempre nella mattinata del 25 Aprile 2023 l’Amministrazione comunale alla presenza dell’assessore Francesco Traversi ha deposto una corona di alloro in via Appia, sotto la targa per Antonio Gramsci, ove l’esponente politico del partito comunista trascorse la sua prigionia, prima di morire di stenti a Roma il 27 aprile 1937.

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