Usa la lingua dei segni per cantare i brani più noti, come quelli di Elisa e Tiziano Ferro. Mauro Iandolo, 35 anni, di Nettuno, è figlio udente di genitori sordi e da qualche tempo ha avviato un progetto per tradurre le sue canzioni preferite con la Lis. Per questo progetto ha preso spunto dalla sua vita, dalla sua infanzia, quando in macchina – con i suoi genitori – si divertiva a tradurre per loro le canzoni che passavano alla radio. Mauro, insieme al fratello maggiore Fabio, sono cresciuti con i due genitori sordi segnanti: a differenza dei sordi oralisti, che parlano e leggono il labiale, usano soltanto la Lis, la lingua dei segni italiana. “Non mi sono mai sentito svantaggiato – racconta – anzi avere dei genitori sordi ci ha dato una marcia in più”.
Mauro negli anni è diventato assistente alla comunicazione presso la cooperativa sociale Segni di Integrazione Lazio e presidente dell’associazione Officina Lis. Ora ha un canale youtube davvero speciale: “La cosa più difficile è stare davanti alla telecamera” – racconta. Mauro, che con la sua associazione sta svolgendo uno studio proprio sulla trasposizione di canzoni in gesti, non è l’unico in Italia a fare musica visiva. Ma l’Eldorado del canto per non udenti è negli Stati Uniti. “Negli Usa è normale che ci siano interpreti ai concerti”. Il nostro non è (ancora) un Paese per sordi.