Questione migranti: “A Cori si conciliano accoglienza e sicurezza”. L’interevento del sindaco di Cori, De Lillis.
“Sono stati giorni intensi, trascorsi in Prefettura per dirimere la destinazione dei 55 migranti provenienti da Lampedusa.
Se pur inizialmente si paventava l’idea di trasferire queste persone a Cori, la stessa era stata archiviata dalla Prefettura accogliendo le istanze del Comune di Cori. Questo significa che al momento del Consiglio comunale il Comune di Cori non era più contemplato come meta di destinazione per l’accoglienza dei suddetti migranti. Se non ho riferito in Consiglio è per questo: Cori non era più luogo, ripeto, di destinazione.
Era stata individuata un’altra strada e cioè quella di allestire un campo presso la ex Rossi Sud adeguato di tutte le misure igienico sanitarie, di sicurezza etc… tale da poter ospitare i migranti per 14 giorni (il tempo della quarantena) per poi procedere al rimpatrio degli stessi.
Al lavoro dell’allestimento del campo partecipa anche il Comune di Cori mettendo a disposizione i letti del Latium Festival.
Questa ipotesi nella giornata di ieri degenera, perché la maggior parte dei migranti, minorenni non accompagnati, notizia acquisita sempre nella giornata di ieri, avrebbe comportato delle misure di accoglienza non più sostenibili in un campo (anche ben allestito), ma sarebbe stata necessaria una struttura. Vorrei aggiungere che il fatto che si tratti di minori soli non può lasciarci indifferenti da un punto di vista umano: ci troviamo di fronte a dei ragazzi.
Proseguendo nel racconto, da quel momento è rientrata in campo l’ipotesi della struttura di Cori, che secondo le istituzioni della Prefettura, Questura, Carabinieri ed Asl risulta la più idonea per accogliere e gestire in via temporanea i migranti e questo tipo di emergenza.
In primis, una struttura ritenuta la più idonea dalla Questura e dai Carabinieri in quanto avrebbe permesso loro un sistema di controllo più efficace e stringente. Il controllo sarebbe stato molto più difficoltoso se si fosse fatta la scelta di distribuire i migranti in più strutture (di piccole dimensioni) sul territorio provinciale.
Il quadro, in estrema sintesi è questo.
Ora gli 80 ragazzi che già erano presenti presso il santuario della Madonna del Soccorso sono stati allocati presso altri Cas presenti sul territorio provinciale e sostituiti dai nuovi 43 migranti negativi al tampone.
I 43 migranti, negativi al tampone, presenti oggi nella struttura ricettiva del santuario della Madonna del Soccorso saranno assistiti h24, tenuti sotto osservazione costante da parte della Asl e controllati h24 dalle forze dell’ordine – Polizia, Carabinieri e Guardia di finanza, che si alterneranno con un numero di uomini che ci è stato assicurato sarà idoneo a garantire la sicurezza e la tranquillità di tutti.
I migranti non potranno assolutamente uscire dalla struttura per nessuna ragione.
Ora, credo che la politica della Provincia di Latina debba apprendere da questa esperienza che il tema dell’immigrazione non va sempre affrontato con l’emergenza. Gli sbarchi ci sono e ci saranno e pertanto il territorio provinciale tutto deve attrezzarsi in modo strutturato e organizzato ed evitare nel futuro di coinvolgere sempre le stesse le comunità che si sono sempre dimostrate vocate al valore dell’accoglienza.
In relazione invece all’ultimo caso Covid comunico che i suoi familiari sono ad oggi tutti negativi”.