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Mai più, viaggio della memoria con il Bertolt Brecht di Formia

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Parte da Cosenza il viaggio della memoria del Teatro Bertolt Brecht di Formia dal titolo simbolico “Mai più”. In occasione della Giornata della memoria il collettivo formiano porta in scena gli spettacoli prodotti dedicati alla Shoa e promuove eventi per mantenere viva la coscienza civica perché, se si vuole, la storia si può cambiare. Un tour promosso all’interno del progetto “Officine culturali” della Regione Lazio e del riconoscimento del Mibac.

Lo spettacolo “La Valigia dei destini incrociati” scritto da Alessandro Izzi per la regia di Maurizio Stammati in scena con Chiara Di Macco, Alfredo Giraldi, Gianluca Cangiano, nato per raccontare la Shoa ai ragazzi, sarà il 23 e 24 gennaio al Teatro dell’Acquario di Cosenza, il 29 gennaio al Teatro Parrocchiale di Pasturo (Lecco), il 31 gennaio al Teatro San Carlo di Padova, il 9 febbraio nell’aula magna dell’Ic Mattej di Formia.

“Zingari Lager”, invece, farà tappa il 25 febbraio al Teatro delle Arti di Lastra a Signa (Firenze) per la drammaturgia sempre di Izzi e in scena Maurizio Stammati con le trascinanti musiche zigane dal vivo dei Taraf de Metropolitana che, in sintonia con il testo, provano a raccontare e ricordare la Porrajmos, l’olocausto del popolo rom.

Il 26 gennaio alle 19, invece, al Teatro Bertolt Brecht un appuntamento speciale a cura di Alessandro Izzi che apre la nuova edizione della rassegna “Parole oltre lo schermo. Una prima serata dedicata a “Il diario” di Etty Hillesum  che, insieme con le lettere scritte dal campo di prigionia di Westerborg, anticamera olandese di Auschwitz, sono tra le testimonianze umane più sconvolgenti della storia della Shoah europea.

“Il razzismo , come la calunnia, è un venticello sottile che si insinua tra le fessure delle coscienze, inebria gli stolti, rende trionfi i gradassi e i potenti senza scrupoli . Pensiamo sia indispensabile oggi più che mai ricordare lo sterminio di circa 11 milioni di persone considerate cancellabili per il solo fatto di appartenere ad un’altra etnia. Il nostro grido di dolore per quella immane tragedia non si placa con il passare del tempo anzi guarda con orrore i porti chiusi e i muri che si erigono. Nelle scuole, nei teatri, nelle piazze continueremo a raccontare la tragedia della shoah come monito alle generazioni future affinché siano sentinelle di pace di inclusione e tolleranza . Conosciamo una sola razza quella umana”, afferma il direttore artistico Maurizio Stammati.

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