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“Non curare il proprio animale domestico è reato”

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Siamo abituati a pensare ai maltrattamenti come qualcosa che viene inflitta con cattiveria, violenza e furia, come le percosse o peggio. Ogni forma di maltrattamento, però, proviene in realtà da una “svalutazione” dell’animale: chi maltratta un animale non lo considera degno di rispetto e di valore, lo considera come qualcosa per cui non vale la pena neanche preoccuparsi. L’incuria si configura come una forma di maltrattamento alla stregua della violenza, subdola e, purtroppo, spesso mortale.
Ed è proprio questo quanto è successo al povero Leo, un cane buono, un dolce meticcione di 11 anni, che proprio nel momento in cui avrebbe avuto bisogno dell’aiuto della sua famiglia, si è trovato solo e questo ha rappresentato la sua condanna a morte.

Nell’agosto del 2016 le guardie zoofile del nucleo di Roma, a seguito di una segnalazione, effettuarono un controllo nel Comune di Palestrina, poco fuori la capitale. Intervenute sul posto, una normale abitazione di provincia senza particolare situazione di disagio, trovarono Leo in evidenti gravi condizioni di salute. La cosa più sconcertante fu proprio che, di fronte alle incalzanti domande delle guardie dell’OIPA, emerse che non c’era alcuna ragione per cui questa famiglia non stesse curando Leo, ma le solite scuse quali “non abbiamo tempo, non abbiamo soldi”.

Ciò che era chiaro, purtroppo, è che nessuno avrebbe portato Leo da un veterinario. L’Autorità Giudiziaria informata dispose quindi il sequestro del cane delegando le guardie dell’OIPA all’esecuzione della perquisizione dell’abitazione per prelevarlo.
Sequestrato e ricoverato con urgenza presso una clinica veterinaria privata, Leo si presentò subito molto grave: positivo alla Leishnmania, diabetico, con insufficienza renale.. Si provò di tutto per lui ma, nonostante le cure, morì solo dopo un mese dal ricovero.

Per il proprietario, denunciato dalle guardie zoofile per maltrattamento, è arrivato finalmente il momento di rispondere di fronte alla legge di una forma di ingiustizia e di reato. Al processo l’OIPA si costituirà parte civile e sarà presenta in aula con i propri legali. Battaglie come queste sono molto importanti per l’OIPA, e non solo per dare a Leo la giustizia che purtroppo gli è mancata in vita, ma anche per far capire che l’incuria e la mancanza di adeguate cure per i propri animali sono una forma di reato come stabilito anche dalla la terza sezione della Corte di Cassazione penale in una recente sentenza.

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