“L’interruzione idrica di sabato scorso, determinata dalla rottura della condotta che da via Carroceto porta acqua a tutto il centro di Aprilia e che tanti disagi ha comportato ai cittadini di Aprilia, ci invita a ragionare non solo sull’esigenza di nuovi investimenti sulle condotte idriche, ma anche e soprattutto sul ruolo che la battaglia per l’acqua pubblica sbandierata dalla coalizione del sindaco Terra ha rivestito nel blocco degli investimenti da parte del gestore”. Così la Lega interviene sui disservizi registrati in questi mesi.
“Una battaglia – spiegano – che, da qualunque parte la si voglia guardare, si è tradotta in un viaggio strumentale alla conquista della pancia di utenti scontenti di dover pagare a loro avviso più del dovuto al gestore attraverso bollette sempre più salate.
La coalizione civica dal 2009 ad oggi, non ha fatto altro che cavalcare l’onda della protesta e pagare a proprie spese, con i soldi dei cittadini, una battaglia che ha ricevuto negli anni sonore sconfitte presso tribunali amministrativi e ordinari. L’ultima e definitiva sconfitta, l’ha decretata la corte di cassazione solo alcuni giorni fa, dichiarando inammissibile il ricorso del Comune di Aprilia che chiedeva di annullare l’atto costitutivo e lo statuto di Acqualatina, Comune condannato anche a pagare le spese di giudizio, quantificate in 6 mila 200 euro. Occorre ricordare però che gli atti costitutivi di Acqualatina furono predisposti dalla giunta Meddi, di cui il sindaco Antonio Terra era parte integrante e poi ratificati dalla giunta Verzili e il sindaco Terra anche in quel caso svolgeva il ruolo di assessore,pertanto sarebbe interessante capire cosa lo abbia portato negli anni a cambiare idea.
Acqualatina dunque resta e il Comune di Aprilia deve pagare altre 6 mila 200 euro per aver sostenuto la battaglia in maniera strumentale. Cosa ben più grave a nostro avviso, è che dal 2011 in poi per raccogliere consensi all’interno del Comitato per l’acqua pubblica e tra i cittadini scontenti, l’amministrazione abbia elargito laute somme di denaro agli avvocati incaricati di seguire le cause contro Acqualatina, una scelta politica completamente sbagliata in quanto, senza nulla togliere alla professionalità e alla preparazione dei due legali, era chiaro dall’inizio quale sarebbe stato l’esito di quella miriade di ricorsi.
Dal 2011 in poi, sono state pubblicate oltre 20 determine di pagamento a favore degli avvocati Bassoli e Falcone, incaricati di resistere in giudizio nelle cause intentate ad Acqualatina. Incarichi che sono costati in tutto, dal 2013 ad oggi, 307 mila 662 euro circa, escludendo dal conteggio le somme pagate tra il 2011 e il 2012 quando il sindaco Antonio Terra svolgeva il ruolo di vicesindaco e poi di facente funzioni.
Nel 2013 per la consulenza legale di Bassoli e Falcone abbiamo speso ben 78 mila 850 euro, nel 2014 82 mila euro, nel 2015 36 mila 094. Man mano che l’entusiasmo dei cittadini andava scemando, anche le somme si sono progressivamente ridotte, ma le cause sono andate avanti e l’amministrazione ha speso ancora nel 2016 29 mila euro, nel 2017 11 mila 813 euro, 20 mila euro nel 2018 e ben 49 mila 563 nel 2019 per pagare le parcelle dei due avvocati.
Insomma, un bel gruzzolo che poteva essere impiegato per offrire servizi ai cittadini, ma che è stato buttato in una battaglia in cui il sindaco Antonio Terra non sembra aver mai creduto fino in fondo, dal momento che proprio mentre dichiarava guerra ad Acqualatina, consegnava al gestore nuovi impianti e reti idriche, non ultimo il depuratore di via del Campo. E questa sonora sconfitta, associata a quella che si è trascinata dietro l’intricata e poco trasparente gestioni dei rimborsi idrici delle somme versate dai cittadini all’ente di piazza Roma pur essendo dovuti ad Acqualatina, rappresenta la pietra tombale del civismo di facciata della giunta Terra”.