“Senza la storia dell’arte, la storia dello spettacolo rischierebbe di rimanere una disciplina senza oggetto”, questa frase del critico teatrale Ludovico Zorzi risponde bene per capire la scultura di Francesco Guadagnuolo: “L’incomunicabilità” su testo di “Ceneri alle ceneri” l’ultima commedia del drammaturgo britannico Harold Pinter, rappresentata a Londra nel 1996.
Guadagnuolo ha una visione a trecentosessanta gradi, ha attraversato nella sua arte una concreta drammaturgia scenica, in quanto si riconosce nella sua espressione, un significato dell’arco vitale umano, intrecciandosi tra arte e teatro.
“Ceneri alle ceneri” lascia lo spettatore incerto nella ricerca del senso della vita. Nella scena un uomo e una donna incapaci di comunicare, la donna parla a volte in maniera incomprensibile, in un ambito spazio-tempo cinto da ambiguità. Cosi, come la Donna, nella scultura di Guadagnuolo, simboleggiata dal colore rosso, sta al centro, cerca di parlare ma non riesce a comunicare, ed è così che intraprende a scoprire certune particelle del suo trascorso di vita: angosce, maltrattamenti, adulteri ecc.
L’ambientazione della scultura è fredda: personaggio principale è la donna e la sua storia. Una donna che non è stata mai amata, ciò l’ha portata a trasformare il suo animo, di svelare la maschera della reminiscenza per restituire memorie che lei aveva riposto. Tale proposito è simboleggiata nella scultura di Guadagnuolo con il levare gli indumenti alla donna fino a denudarla, il modo in cui la veridicità giunge fuori. Il gruppo scultoreo è ideato alla maniera di quinta scenica, conserva da un versante il fil rouge con la dimensione teatrale dell’installazione, ma se ne separa dall’altro per l’atto di essere “immersa nel reale” estendendosi nel tempo e nello spazio. Diremo meglio sul piano transreale che diverse realtà s’intrecciano fra passato, presente e futuro.
L’immagine femminile ha riportato il dramma del suo isolamento in una relazione di coppia deludente, con una donna che si stringe su se stessa. Si erige così quella barriera di incomunicabilità, penata, che porta all’inasprimento. Ecco i telefoni che attorniano la donna, più telefoni dovrebbero servire in vita per comunicare, ma sono tutti spenti come se la vita si è spenta prima della sua normale conclusione della morte stessa.
Interpretando “Ceneri alle ceneri” Guadagnuolo fa vedere la donna come manichino, discriminata, che compare dalla tenebrosa oscurità dell’orrore, donna sconcertata, remissiva, che lancia una vista all’osservatore, come fosse immobile in un palco teatrale, soccombente di brutalità. Per questo l’umanità che rappresenta Guadagnuolo è sperduta, crudele, come fosse stata incalzata per un piano ostile adibito al distacco della vita.
Le opere di Guadagnuolo ripercorrono il mondo del teatro che egli aveva cominciato a frequentare alla fine degli anni settanta come scenografo e a farlo da regista negli anni ottanta. L’artista dialoga con lo spettatore stimolandolo alla meditazione e alla riflessione.
“Ceneri alle Ceneri” e la scultura “L’incomunicabilità” ci riportano nella loro laboriosità e depressione di vita, accresciuti da un triste canto, dal quale non si può rimanere distaccati.
La mostra di Francesco Guadagnuolo è visitabile presso il Teatro Europa, Corso Papa Giovanni XXIII, 32 di Aprilia (LT), dal 25 al 30 novembre 2019, con orario dal lunedì al sabato ore 9:30/12:30 – 16:00/19:30, ingresso libero.