Una nota del consigliere comunale di Aprilia, Federico Cola.
“La Giornata mondiale dei diritti umani è una celebrazione sovranazionale che si tiene annualmente il 10 dicembre in tutto il mondo. La data è stata scelta per ricordare la proclamazione da parte dell’Assemblea generale delle Nazioni Unite della Dichiarazione universale dei diritti umani, il 10 dicembre del 1948. L’istituzione formale della Giornata è avvenuta durante il 317º meeting globale dell’Assemblea generale delle Nazioni Unite il 4 dicembre 1950, quando è stata promulgata la risoluzione 423(V) che invitava tutti gli stati membri e tutte le organizzazioni coinvolte ed interessate a celebrare la giornata nella maniera a loro più consona. Oggi più che mai, in un panorama internazionale nel quale i diritti umani vengono “sbandierati” in ogni contesto, anche strumentalizzati in molti casi, ci si rende conto che costituiscono una precaria conquista per i paesi occidentali e un lontano miraggio per le svariate zone del pianeta abbandonate a sé stesse, in cui arbitrio, illegalità e violenza si sostituiscono all’esercizio della giustizia e alla tutela della persona. In occidente, nella parte del pianeta più informata, libera e progredita sul globo l’esercizio di tali diritti siamo è per certi versi ancora incerto, e mi riferisco alla condizioni dei lavoratori, alla condizione della donna, quale madre e lavoratrice, alla condizione dei bambini, spesso rapiti alla loro infanzia per essere costretti a lavori inumani. Ebbene, subito dopo la tragedia della guerra, fu la stessa Eleanor Roosvelt, una donna, a provare, per prima, a spiegare l’importanza fondamentale di un’azione concreta che ponga al centro la libertà e la dignità di ogni essere umano e dello sforzo congiunto che ognuno, nel suo piccolo, può fare per attuare un cambiamento che sia davvero radicale. I diritti parlano, urlano le sofferenze delle persone, i loro patimenti e le loro angosce e una Giustizia che non dia loro ristoro è una giustizia sorda. Lo Stato può fare molto sul piano dei diritti umani, dei diritti dei suoi cittadini, ma questo può avvenire solo impegnando le energie seriamente, confidando nelle istituzioni e nell’impegno di Giusti per le cause dei giusti. I diritti, in fondo, nascono nei piccoli luoghi, nelle nostre case, sulle nostre strade, e l’affermazione del pieno riconoscimento della vita umana è l’unico punto di partenza da cui iniziare un serio discorso morale. Gli orrori della guerra, delle persecuzioni, dell’antisemitismo devono farci ricordare che ogni diritto non è mai conquistato del tutto. Solo un continuo sforzo individuale e collettivo ci permette di preservare il conquistato e non vanificare le azioni di chi si è battuto anche per noi, affinché potessimo vivere in pace e in tranquillità. Vorrei ricordare, in questo contesto, chi gli orrori di quella guerra, della mutilazione di quei diritti umani, li ha subiti sulla propria pelle e che negli anni ha fornito a noi tutti la testimonianza – a monito per le future generazioni – che ci permetterà di non abbassare mai la guardia dal difendere i nostri diritti. Mi riferisco a Piero Terracina, scomparso da poco e che ha saputo portare il suo messaggio vivo ed intatto fino a noi oggi. La sua memoria è un prezioso regalo che dobbiamo saper custodire e trasmettere a tutti i giovani che verranno”.