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81enne di Velletri deceduto per coronavirus a Tor Vergata, i familiari: “Vi raccontiamo quanto accaduto”

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Non è facile affrontare la scomparsa di un proprio caro, non lo è soprattutto in questo periodo durante il quale a causa del coronavirus i pazienti sono costretti all’isolamento, anche se sono in fin di vita. La vicenda che ha riguardato l’81enne di Velletri, Nando Spallotta, scomparso l’8 marzo scorso, ne è una triste testimonianza.

A raccontare la sua storia sono i familiari dell’81enne che ora chiedono che le autorità facciano chiarezza su quanto accaduto al loro caro.

“Si precisa (come rettifica a quanto comunicato dalle autorità sanitarie e scritto in un nostro articolo il 10 marzo scorso) – scrive la famiglia Spallotta – che è questa la reale vicenda che ha visto il decesso del signor Nando Spallotta a causa del Coronavirus, contratto – sostengono – all’interno della corsia del Pronto Soccorso del Policlinico Tor Vergata, la struttura ospedaliera ove veniva accompagnato il giorno 27.02.2020 per una visita di stabilizzazione della condizione legata alla fibrosi polmonare scoperta da poco tempo all’interno della Clinica Madonna Delle Grazie in Velletri da cui era stato dimesso il giorno 25.02.2020 perché in buone condizioni di salute.

Infatti, l’unica patologia accertata al momento dell’ingresso in ospedale PTV era proprio questa fibrosi polmonare la quale determinando affanno nel respiro ci ha spinto a trasportare nostro padre presso una struttura specializzata per essere sottoposto ad una visita pneumologia al fine di  stabilizzarne la condizione.

Purtroppo, dopo ben 5 lunghi giorni (per assenza di posti in reparto…a loro dire) trascorsi nelle camerate della sala OBI, ove stazionano tutte le persone che si recano al PTV in attesa di essere ricoverate nei reparti specifici per gli accertamenti, nostro padre è stato trasferito il giorno 2.3.2020 in un’altra ala dell’ospedale per il ricovero, ma da lì messo in isolamento senza ulteriori specifiche, poichè ci veniva riferito che questa era la  prassi per chi proveniva dal Pronto soccorso.

I medici procedevano ad effettuare il primo tampone il giorno 2.3.2020, che dava esito negativo al virus covid, in quanto solo dopo qualche giorno venivamo informati che il secondo tampone purtroppo aveva dato esito positivo.

Purtroppo dal giorno 2.03.2020 nostro padre è rimasto isolato da tutti noi che potevamo ascoltarlo tutti i giorni per il mezzo del cellulare, rassicurandoci che stava bene, fino al giorno 8.03.2020 allorchè in tarda mattinata non poteva più comunicare perchè i medici avevano ritenuto di sottoporlo al trattamento con casco per l’aggravarsi dei problemi respiratori.

La sera alle ore 18.00 circa dello stesso giorno un medico del reparto di infettivologia ci informava che papà ci aveva lasciato alle 17:43 a causa di un arresto cardiaco.

Si precisa che nostro padre non è stato mai presso l’ospedale di Cassino, che non soffriva di insufficienza renale, cardiopatia ed ipertensione e tutte le altre condizioni che si riferiscono ad un quadro medico compromesso, in quanto l’unica patologia accertata al momento dell’ingresso al PTV era la fibrosi polmonare.

A ciò si aggiunga che nostro padre non è stato sottoposto a nessuna autopsia e qualora ciò fosse avvenuto a nostra insaputa, prenderemo tutti i provvedimenti del caso, perché nessuno della struttura ospedaliera o di altri enti ci ha comunicato nulla a riguardo.

Infatti, si precisa che tutta la nostra famiglia, dopo essere stata informata della positività di nostro padre al Covid si è sottoposta a quarantena preventiva in via del tutto autonoma per senso di responsabilità, non avendo ricevuto nessuna comunicazione a riguardo fino al giovedì 12.03.2020 allorché siamo stati contattati ufficialmente dall’ASL Roma VI, ovvero solo a 4 giorni dalla conclusione della quarantena”.

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