Operazione “Apogeo”: gli specialisti del G.I.C.O. del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Roma confiscano il patrimonio milionario del clan mafioso degli Spada, per un valore complessivo di oltre 18 milioni di euro. Sequestri sono stati eseguiti anche ad Ardea. L’ingente patrimonio mobiliare e immobiliare, riconducibile al sodalizio criminale operante sul litorale romano e già oggetto di sequestro nell’ottobre 2018, va ora a finire nelle mani dello Stato. Il patrimonio sequestrato – secondo gli inquirenti – sarebbe frutto dei profitti delle numerose condotte delittuose commesse nel tempo, quali fatti di estorsione, usura e traffico di droga. Sono state oggetto di confisca ben 19 società, due ditte individuali e sei associazioni sportive/culturali situate per lo più ad Ostia. Gli altri beni confiscati sono costituiti da due immobili situati ad Ostia e Ardea, 13 automezzi e disponibilità finanziarie su rapporti bancari e postali. L’attività investigativa è stata coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Roma.
“Il provvedimento ablativo, emesso dalla Sezione Specializzata Misure di Prevenzione del Tribunale capitolino, – si legge nella nota della Guardia di Finanza – costituisce l’epilogo dell’attività investigativa coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia della Procura della Repubblica di Roma e sancisce l’acquisizione da parte dello Stato dell’ingente patrimonio mobiliare e immobiliare riconducibile al sodalizio criminale operante nel litorale romano, già oggetto di sequestro nell’ottobre 2018.
Gli specialisti del G.I.C.O. del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria della Capitale – riferisce la nota stampa – hanno ricostruito le ricchezze illecitamente accumulate dagli esponenti di spicco del clan – il capo Carmine SPADA alias Romoletto (classe 1967), Ottavio SPADA (classe 1963), Armando SPADA (classe 1967), Roberto SPADA (classe 1975) e Claudio GALATIOTO (classe 1951) – individuandone le fonti di finanziamento “occulte”.
Gli approfondimenti economico-patrimoniali svolti, che hanno preso le mosse dalle note operazioni di polizia “ECLISSI” e “SUB URBE”, hanno consentito di dimostrare l’incoerenza dei modesti redditi dichiarati dagli interessati con i rilevanti investimenti posti in essere in svariate attività commerciali, finanziati, in realtà, dai profitti delle numerose condotte delittuose commesse nel tempo, quali fatti di estorsione, usura e traffico di sostanze stupefacenti.
Né è servito intestare le imprese a compiacenti “prestanome”, apparentemente estranei al contesto criminale: gli accertamenti hanno infatti riguardato tutte le persone (circa 50 tra familiari e terzi) coinvolte nelle compravendite di quote societarie, effettuate fittiziamente al solo scopo di “schermare” la titolarità effettiva delle aziende.
In definitiva, conformemente allo spirito della normativa contenuta nel “Codice Antimafia”, la confisca ha permesso di sottrarre al clan beni in grado di “inquinare” l’economia legale.
Nello specifico, si tratta del patrimonio aziendale – in tutto o in parte – di 19 società, 2 ditte individuali e 6 associazioni sportive/culturali site nel comune di Roma (per lo più ad Ostia) e operanti in svariati settori: la gestione di forni, bar, sale slot, distributori di carburanti, palestre, scuole di danza, nonché il commercio di autovetture e l’edilizia.
Tra le predette attività rientra anche l’associazione “FEMUS BOXE” che gestiva la palestra di Ostia dove, nel novembre del 2017, Roberto SPADA aggredì – venendo poi condannato per lesioni aggravate dal cosiddetto “metodo mafioso” – una troupe della RAI.
Gli ulteriori beni confiscati sono costituiti da 2 immobili siti a Ostia e Ardea (RM), 13 automezzi e disponibilità finanziarie su rapporti bancari e postali.
L’odierna operazione – conclude la Finanza – testimonia il costante impegno della Procura della Repubblica, del Tribunale e della Guardia di Finanza di Roma nell’aggressione alle ricchezze illecitamente accumulate dalla criminalità, al fine di restituirle alla collettività”.