Rendiconto di gestione 2019 ad Aprilia. L’intervento del consigliere Davide Zingaretti, l’unico tra i banchi dell’opposizione ad assistere alla commissione Finanze. “In questa sede credo sia opportuno affrontare una questione che, oltre ad avere carattere tecnico, ha una profonda rilevanza politica. Il Rendiconto 2019 che ci accingiamo a discutere porta all’attenzione di tutti noi la questione della gestione delle entrate comunali nella nostra città.
Una quota rilevante del cosiddetto “disavanzo”, che dovremo nei prossimi anni ripianare, deriva dalla “corretta” quantificazione del Fondo Crediti di Dubbia Esigibilità, o meglio di quelle somme che dobbiamo accantonare per far fronte alla mancata riscossione di entrate comunali ormai trasformatesi in residui attivi, ovvero crediti da riscuotere.
La relazione ci dice che, a seguito della verifica da parte dei singoli uffici sulla capacità di riscuotere tali somme, l’ammontare complessivo dei residui attivi di parte corrente al 31 dicembre 2019 (quelli che più di ogni altro ci interessano in questa sede) è arrivato a 52 milioni di euro. All’interno di questa categoria ben 38 milioni sono relativi a tasse e tributi degli anni precedenti che il comune è chiamato a riscuotere al più presto.
Il dato che colpisce è, sempre leggendo la relazione, il grado di solvenza di questa somma che è pari a solo il 10%. In altre termini abbiamo il 90% di probabilità di non incassare più queste somme. Sono questa massa di crediti per tributi non incassati a rappresentare la quasi totalità del Fondo Crediti di Dubbia Esigibilità che dobbiamo accantonare alla data del 31 dicembre 2019 per oltre 30 milioni di euro che, in base al metodo di calcolo ordinario, genera un maggior disavanzo per oltre 9 milioni di euro.
Oggi, tutti noi, ci troviamo di fronte ad un baratro. Su questo dato, politico e non solo tecnico, non possiamo sorvolare. Per tale motivo è bene ricordare in questa aula alcuni aspetti:
- I) La difficoltà nella riscossione dei tributi comunali è, non solo oggi, ma anche negli anni pregressi, cosa nota a tutti perché il tasso di insolvenza dei residui attivi è sempre stato elevato.
- II) Con la nuova contabilità armonizzata entrata in vigore alcuni anni fa, se da una parte ai comuni sono stati concessi maggiori margini di manovra sull’iscrizione in bilancio di entrate e residui rispetto al passato (agevolando la predisposizione dei bilanci) con maggiori margini di spesa, dall’altro lato si è introdotto lo strumento del Fondo Crediti di Dubbia Esigibilità al fine di tener conto delle difficoltà dei comuni nella riscossione dei residui, in altre parole l’accantonamento al fondo crediti quindi, costituisce uno strumento assolutamente necessario per il mantenimento degli equilibri di bilancio poiché impedisce che entrate accertate, la cui esigibilità è alquanto dubbia, possano essere destinate a spese che, invece, sono da considerarsi certe e immediatamente esigibili.
III) E’ proprio in relazione a questa situazione che, accanto all’oramai noto metodo ordinario di determinazione del Fondo, è stato introdotto quello semplificato, con l’avvertenza che il metodo semplificato se da una parte ha ovviamente agevolato gli enti permettendo un accantonamento inferiore a quello che sarebbe stato necessario utilizzando il metodo ordinario (con riflessi positivi sulla determinazione della quota di avanzo libero e, in talune situazioni, evitando l’emergere di un disavanzo di amministrazione), dall’altra parte ha permesso di non evidenziare una situazione di difficoltà di riscossione dei propri crediti.
Oggi, prendiamo atto di una scelta politica sbagliata da parte dell’amministrazione comunale nell’andare ad adottare un metodo, appunto quello semplificato, che ha consentito alla Giunta Terra di nascondere la sabbia sotto il tappeto, portandoci adesso a dover far fronte ad una situazione estremamente grave che potrebbe peggiorare nei prossimi mesi per effetto della crisi e soprattutto per la questione legata ai mancati incassi dei benefit ambientali, come emerso nelle scorse ore.
In ultimo, è importante fare un passaggio sulle opere pubbliche. Il rendiconto certifica un dato particolare sul fronte degli investimenti: mentre la città attende le necessarie opere infrastrutturali, i soldi che dovrebbero essere utilizzati, ovvero quelli derivanti dai permessi a costruire, vengono impegnati per ben 800.000 euro per pagare le spese correnti. Sul fronte delle opere pubbliche la spesa effettiva si ferma a soli 3,2 milioni di euro rispetto ai 27 milioni previsti in sede di bilancio di previsione 2019, con una riduzione quindi dell’88%. Segno di una incapacità dell’amministrazione comunale di saper progettare e realizzare le opere. Delle poche opere realizzate, tutte riguardano interventi finanziati dallo Stato ed in parte dalla Regione e nessuna opera è stata finanziata da risorse comunali”.