Tamponi rapidi, la Regione Lazio ha aggiornato la lista delle strutture private accreditate. Ad un laboratorio di Minturno è stato revocato l’incarico perché dopo alcune verifiche è emerso che non aveva rispettato i termini dell’accordo: il centro chiedeva per un tampone rapido 32 euro e non 22 come stabilito dalla Regione. La spesa “gonfiata” con l’aggiunta di 10 euro veniva giustificata dal prelievo microbiologico. L’ente regionale ha già più volte chiarito, invece, che la spesa complessiva deve essere di 22 euro. Non è l’unico caso in provincia di Latina: ci sono altri laboratori, come ci hanno segnalato anche alcuni ascoltatori, che aumentano il presso dei 22 euro violando le regole. Sono in corso per questo delle indagini da parte del Nas di Latina e dell’autorità garante della concorrenza.
Le precisazioni del Centro Diagnostico Clanis srl di Minturno
“Desideriamo fornire alcune doverose precisazioni. – Spiega il titolare del centro – ad oggi non c’è stata alcuna revoca di autorizzazione, da parte della Regione Lazio, ma solo una contestazione in corso, cui ha fatto seguito l’inoltro di chiarimenti dettagliati ed approfonditi. Ad oggi il Centro Diagnostico Clanis è completamente operativo e può continuare ad offrire il servizio di screening di tamponi oro-faringei. Dal 18 settembre c.a. le strutture sanitarie private possono erogare tamponi per la popolazione, per l’identificazione degli antigeni del virus SARS-CoV-2. Il Centro Diagnostico Clanis ha ritenuto di acquisire il miglior test diagnostico che è sul mercato, strumentale, microfluido, immunofluorescentre, approvato negli Stati Uniti da FDA. Tale test, che ha una sensibilità paragonabile al test molecolare, ovviamente non può essere comparato al test rapido su card, con tutto ciò che ne consegue, prima in termini di attendibilità e specificità tecniche, poi in termini economici”.
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