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Battaglia di Aprilia, l’Anpi: “Fu una guerra per la liberazione”

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Il professor Filippo Fasano del circolo Vittorio Arrigoni dell’Anpi interviene commentando la ricorrenza della Battaglia di Aprilia del 28 maggio.

“Abbiamo già espresso ripetutamente il nostro totale ragionato dissenso nel metodo e nel merito a proposito della cosiddetta Giornata della “Battaglia di Aprilia” che ricorre il 28 Maggio. La Delibera Comunale approvata il 31 Gennaio 2013 dichiara nel testo l’intenzione di “celebrare annualmente la Liberazione di Aprilia” (parole dell’allora Assessore alla  cultura Avv. Fabio Malecchi)  dopo i drammatici quattro mesi di scontri sul nostro territorio tra gli alleati sbarcati ad Anzio – Nettuno il 22 Gennaio del 1944 e i tedeschi occupanti a cui si aggiunsero reparti fascisti della RSI. Gli scontri provocarono un numero imprecisato e altissimo di caduti e dispersi (12.000 dicono alcune fonti) e la distruzione del Borgo.

L’Anpi non partecipò alla discussione della Commissione cultura che intendeva dedicare quel giorno al ricordo di quei mesi dolorosi perché non invitata, ma presentò un contributo ai lavori il 23 Luglio 2012 (protocollo n. 59602) con una nota indirizzata al Sindaco (facente funzioni) e al Consiglio comunale, in cui si dichiarava favorevole alla proposta proponendo e motivando la dicitura: “Giornata della Liberazione di Aprilia dal nazifascismo”. 

Ma, come dal cilindro del prestigiatore, dopo mesi di segrete elaborazioni, contorsioni dialettiche e una ipotesi soft come “La Giornata della Pace” per la gioia di chi coltivava l’idea della memoria condivisa e il superamento della dicotomia fascismo – antifascismo, inopinatamente fu estratto il verdetto, nudo e crudo: “La Giornata della Battaglia”, frutto, si disse, del parto laborioso della Commissione cultura “sentite” le Associazioni combattentistiche e l’Associazione “Un ricordo per la Pace”. E così fu portato in Assise consiliare per l’approvazione.

Ma, molti oggi ancora si chiedono, anche tra quelli che hanno partecipato alla formulazione della proposta: come si arrivò a quella determina e che senso ha “celebrare” una Battaglia? Quali macchinosi ragionamenti hanno condotto a questo risultato? E infine, ci chiediamo: perché non ci fu nessuna discussione che aiutasse a fare chiarezza nella seduta consiliare del 31 Gennaio 2013 che pure ratificava una delibera così importante per la memoria storica della Città di Aprilia (cosa di cui si lamentò in quella  seduta il consigliere Alfonso Longobardi che poi infatti si astenne)? Questo per quanto riguarda il metodo.

Per quanto riguarda il merito poi, il nostro dissenso è ancora più netto. La veridicità storica è compromessa dalla superficialità di rappresentare in una data  un dramma che durò, ripetiamo, oltre quattro mesi, con continui e sanguinosi capovolgimenti di fronte, e ben prima del fatidico 28 di Maggio. Una semplificazione incomprensibile ai più se non una vera e propria falsificazione storica come dimostra anche il prezioso e attento contributo del compianto Gianfranco Compagno che su questa Delibera comunale è svariate volte intervenuto citando, tra l’altro, Pier Giacomo Sottoriva, uno dei più esperti conoscitore degli avvenimenti della II Guerra Mondiale in Agro pontino.

L’impressione che se ne ricava dunque è l’esistenza  di una regia impegnata a cancellare la memoria storica di una comunità, a diffondere l’idea che le guerre siano eventi naturali, come i terremoti, da esorcizzare con cadenze annuali attraverso cerimonie laiche di popolo dal forte valore salvifico. Ed è proprio questa, a ben vedere, la narrazione che è prevalsa nei discorsi pubblici di circostanza. Bisognava evitare ad ogni costo la parola “Liberazione” anche perché includeva una specificazione: dal nazifascismo che, evidentemente, non era particolarmente gradita dalla stragrande maggioranza del Consiglio comunale di allora. Di questo si tratta, senza possibilità di equivoci. Eppure centinaia di città italiane, dal sud al centro, al nord hanno istituito la giornata del  ricordo della Liberazione dalla dittatura fascista e dall’occupazione nazista senza alcuna incertezza, sia che essa fosse avvenuta grazie all’esercito alleato sia grazie alla lotta partigiana o anche, in molti casi, all’azione sinergica delle due forze. Non va trascurato infatti, per quanto ci riguarda, un dato: la mobilitazione partigiana a Roma e ai Castelli  diede un grande ed eroico contributo alla Liberazione di Aprilia e di Roma. 

Ebbene, come ogni anno, ripetiamo la nostra richiesta, che è anche un appello accorato al rispetto della verità storica. Si riveda quella infelice (e incomprensibile ai cittadini) Deliberazione del Consiglio comunale del 31.01.2013. Il nuovo Assessore alla cultura Gianluca Fanucci, la Commissione cultura abbiano il coraggio di mettere in calendario questo tema per una auspicabile correzione e verifichino anche la possibilità di dedicare a quel giorno (il 28 Maggio 1944) una piazza, un giardino o, anche (perché no?), una scuola; un luogo importante insomma affinché si costruisca sulla verità una memoria storica collettiva per una cittadinanza consapevole, che ricordi alle generazioni future il momento in cui la comunità apriliana si è avviata ad affrontare, non senza ulteriori sacrifici, la difficile e complessa opera della ricostruzione ispirandosi ai valori di libertà, uguaglianza e solidarietà che sono le fondamenta della nostra Costituzione”.

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