1 arrestato, 14 indagati, 8.145 persone controllate; 478 le pattuglie impegnate in stazione, 77 a bordo di 178 treni, 15 le sanzioni amministrative elevate, di cui 1 al Regolamento Polizia Ferroviaria: questo il bilancio settimanale dell’attività della Polizia Ferroviaria del Compartimento per il Lazio, in ambito regionale.
In particolare, nella giornata dell’ 8 giugno 2021 si è svolta l’operazione “ORO ROSSO”, promossa su scala nazionale dal Servizio Polizia Ferroviaria incentrata sul rafforzamento dei servizi per contrastare il fenomeno dei furti di rame in ambito ferroviario.
Sono stati conseguiti i seguenti risultati: 2 persone indagate, 310 persone controllate 22 controlli ai depositi materiale ferroso, rinvenuti 73 metri di filo di rame.
Il personale della Squadra Amministrativa ha denunciato un’italiana di 69 anni per irregolarità riscontrate nella gestione documentale relativa allo stoccaggio e smaltimento di materiali.
Il personale del Posto Polfer di Viterbo ha denunciato in stato di libertà un cinquantenne italiano per il reato di gestione illecita di rifiuti pericolosi rinvenendo all’interno di una struttura non autorizzata circa 40 bombole di gas destinate allo smaltimento senza alcuna bonifica.
In entrambi i casi, oltre agli illeciti penali, sono state elevate sanzioni amministrative per un totale di oltre 2.500 euro.
Nella giornata del 10 giugno gli agenti della Polizia Ferroviaria di Roma Ostiense hanno tratto in arresto una cittadina bosniaca di 39 anni in esecuzione di un’ordinanza di carcerazione dovendo scontare una pena di 11 mesi e 6 giorni. La donna è stata arrestata per il reato di furto in concorso con altre due connazionali il 5 giugno perché sorprese a derubare un viaggiatore nella stazione di Roma Trastevere. L’autorità giudiziaria ha convalidato l’arresto e disposto la liberazione delle indagate applicando la misura cautelare del divieto di dimora nel comune di Roma.
Dalle successive indagini è risultato che la 39enne era destinataria della misura di sicurezza dell’espulsione dal territorio dello stato e in caso di rintraccio sul territorio nazionale, le doveva essere ripristinata la pena.
La Corte d’Appello informata della violazione commessa dalla cittadina bosniaca ha emesso un ulteriore ordine di esecuzione per la carcerazione. Il suo rintraccio, nonostante si sia resa irreperibile, è avvenuto in pochi giorni; per la 39enne si sono aperte le porte del carcere di Rebibbia.