Operazione “We Pay”: scoperta una maxi frode fiscale ad Anzio. La Guardia di Finanza del Comando Provinciale di Roma sequestra beni del valore di 15 milioni di euro, corrispondente ai tributi non versati. Grazie ad un ingegnoso pacchetto “chiavi in mano”, approntato da un consulente fiscale di Anzio, 22 società disseminate in tutta Italia erano riuscite ad evadere imposte e contributi.
Sotto sequestro sono finiti beni mobili ed immobili, – situati nelle province di Roma, Latina, Milano, Verona, Bari, Caserta ed Isernia – riconducibili a 28 persone indagate. Le indagini sono state condotte delle Fiamme Gialle della Compagnia di Nettuno, dirette dalla Procura di Velletri e coordinate dal II Gruppo di Ostia, e sono scattate a seguito di verifiche fiscali nei confronti di alcune imprese della zona. Gli indagati dovranno rispondere dei reati di dichiarazione fraudolenta e indebita compensazione di crediti d’imposta inesistenti.
“Durante gli accertamenti è emerso che le società, seguite dallo stesso commercialista, erano solite cedere, versando prezzi irrisori, le proprie pendenze debitorie – tributarie e contributive – a terzi, per lo più aziende attive nella fornitura di personale, che avevano maturato fittiziamente ingenti crediti tributari grazie a dichiarazioni ai fini IVA contenenti dati non veritieri, asseverate dal consulente con visto di conformità.
Questi ultimi, nonostante il divieto di saldare il debito ottenuto mediante “accollo” con la “compensazione tributaria” (consentita, fatte salve alcune limitate eccezioni, solo tra debiti e crediti in essere tra i medesimi soggetti), provvedevano nel modello F24 a compensare le partite di segno opposto a discapito delle casse erariali.
Dagli approfondimenti è emerso, inoltre, che alcune imprese avevano indebitamente fruito di considerevoli crediti – compensati con debiti fiscali – a fronte di spese per attività di ricerca e sviluppo mai sostenute.
Gli elementi raccolti hanno permesso all’Autorità Giudiziaria veliterna di ottenere dal G.I.P. del locale Tribunale l’emissione di un decreto di sequestro preventivo finalizzato alla confisca, sia nella forma diretta, che “per equivalente”, dei beni nella disponibilità degli indagati.
L’attività si inquadra nella più ampia azione svolta dalla Guardia di Finanza della Capitale a contrasto dell’economia sommersa e delle frodi fiscali che, oltre a sottrarre ingenti risorse finanziarie allo Stato, alterano le regole del mercato e danneggiano i cittadini e gli operatori onesti”.