Dublo, il marchio di fabbrica in primo piano nel film "7 minuti". Nel cast le attrici Ottavia Piccolo, Violante Placido, Ambra Angiolini e Cristiana Capotondi, ed anche le cantanti Fiorella Mannoia e Maria Nazionale.
Ultimi ciak a Latina per il cast del film "7 minuti" di Michele Placido, ambientato nella nota fabbrica tessile "Dublo" che produce calzini. La produzione del film – che avrà una distribuzione a livello europeo grazie alla coproduzione con la Francia e la Svizzera e un distributore tedesco – si è avvalsa dell’apporto logistico e organizzativo della Latina Film Commission. Nel cast le attrici Ottavia Piccolo, Violante Placido, Ambra Angiolini e Cristiana Capotondi, ed anche le cantanti Fiorella Mannoia e Maria Nazionale.Placido ha scelto come linea registica l’autenticità e la verità, a partire dall’ambientazione. La vera fabbrica tessile di Latina diventa perciò teatro di posa, offrendo un set naturale unico nel suo genere, che esalta il valore artistico della pellicola. E così il marchio Dublo e la stessa fabbrica di calze entrano a pieno nel contesto narrativo del film che si basa su una storia realmente accaduta in Francia e scritta come testo teatrale da Stefano Massini.E così la fabbrica rappresentata nel film "7 minuti" è la vera fabbrica Dublo, e le calze prodotte dalle attrici/operaie sono le vere calze Dublo. Nel film, come nella vita reale. Il marchio Dublo infatti, sinonimo di qualità ed eccellenza italiana, si inserisce integralmente non solo scenograficamente ma anche nella storia, offrendo ulteriori spunti di verità al regista che li vive e li utilizza nel climax del lungometraggio. Emergono allora il valore del lavoro, il legame con il prodotto finale e il rapporto emotivo che le 11 attrici-operaie vivono con la fabbrica. 11 attrici tra le migliori in Italia, da Ottavia Piccolo, già protagonista della pièce teatrale diretta da Alessandro Gassman, a Violante Placido, da Ambra Angiolini a Cristiana Capotondi, e le cantanti Fiorella Mannoia e Maria Nazionale, per la prima volta su un set cinematografico e molto convincenti nella loro spontaneità.Tutto questo conferisce al film quella autenticità profondamente voluta da Placido, degna della migliore tradizione cinematografica italiana. Una scelta registica chiara, atta a conferire alla verità della storia raccontata una corrispondente verità emotiva, voluta e vissuta quotidianamente sul set dalle interpreti. Il contatto con le operaie dello stabilimento infatti, prima e durante i ciak, l’utilizzo delle macchine e degli attrezzi del mestiere, l’atmosfera delle postazioni di lavoro, hanno dato maggiore consapevolezza alle attrici e le hanno rese ancora più credibili e vicine al personaggio, determinando, dal punto di vista interpretativo, quell’unicum tra attore/persona e ruolo/personaggio capace di generare pietre miliari nella storia del cinema d’autore.