Avrebbero commesso almeno 5 furti con strappo, tra aprile e maggio scorsi. I Carabinieri del Comando Provinciale di Latina hanno individuato la banda degli scippatori seriali: in manette, in esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare domiciliari – questa mattina, sono finiti un 50enne di Latina ed un 34enne tunisino, dimorante anche lui nei capoluogo pontino. Per il primo sono stati disposti gli arresti domiciliari; lo straniero è stato, invece, associato nel carcere di Velletri. Dalle indagini dei Carabinieri “è emersa una particolare spregiudicatezza delle condotte dei due arrestati, – spiegano dal Comando Provinciale – ed una significativa pericolosità sociale. La scelta dei luoghi dove entrare in azione e la tipologia delle vittime era effettuata con particolare attenzione: venivano presi di mira principalmente giovani o donne, anche anziane.
“La misura cautelare, emessa dal gip di Latina, su richiesta della locale Procura della Repubblica (il sostituto dottor De Luca) recepisce le risultanze investigative raccolte dai militari operanti nel corso delle indagini permettendo di raccogliere gravi indizi di reato nei confronti degli odierni indagati in relazione al compimento di 5 furti con strappo commessi a Latina tra i mesi di aprile e maggio 2021.
In particolare, – si legge nella nota – ai fini della individuazione della rispettive responsabilità in capo agli indagati, risultano essere stati determinati:
le dichiarazioni rese dalle vittime in sede di denuncia e/o di sommarie informazioni testimoniali soprattutto in riferimento alla fattezze fisiche dell’aggressore e dell’autovettura utilizzata;
gli accertamenti effettuati tramite il sistema gps di cui l’autovettura risultava essere dotata e che ha consentito di collocare la stessa nel luogo e negli orari di compimento delle azioni criminose;
gli accertamenti effettuati mediante l’applicativo S.a.r.i. (sistema automatico riconoscimento immagini) che ha fornito una comparazione fisionomica dell’autore materiale del fatto con l’indagato J.M., il tunisino, del 99,98%
i molteplici servizi di o.c.p. svolti dai militari operanti che hanno consentito di appurare che l’autovettura in questione fosse in uso al 50enne D.S.G. e che entrambi gli indagati si trovassero presenti sul luogo e al momento dei fatti.
Le modalità e le circostanze dei fatti delittuosi in argomento, così come emerso dagli elementi investigativi raccolti, denotano una particolare spregiudicatezza delle condotte, una significativa pericolosità sociale e come i comportamenti tenuti presentano i caratteri della serialità.
Infatti, nei vari fatti reati è stato possibile evidenziare come le varie azioni fossero eseguite con le medesime modalità, in concorso con più persone, con suddivisione dei compiti (D.S.G. autista dell’autovettura usata per la fuga e J.M. autore materiale) e come anche i luoghi di realizzazione e la tipologia delle vittime fosse effettuata con particolare attenzione (principalmente ragazzi giovani o donne anche di eta’ anziana)”.