Provare a immaginare un mondo senza musica è impossibile. O meglio: è possibile ma mette tristezza, perché la musica è parte integrante della quotidianità. Ascoltiamo musica mentre guidiamo in macchina: o perché colleghiamo il nostro Spotify o perché ci affidiamo alla riproduzione casuale della radio. Ascoltiamo musica mentre siamo con gli amici al bar, è di sottofondo e quando parte una canzone che amiamo non possiamo fare a meno di iniziare a canticchiarla. Ascoltiamo la musica per riempire tempi morti come, per esempio, i viaggi in metropolitana al mattino, ma lo facciamo anche per isolarci e trovare la giusta concentrazione per lavorare. Ecco perché è difficile pensare a un universo senza musica: così tante ore sarebbero vuote.
Senza musica non esisterebbero le nottate in discoteca e nemmeno i pomeriggi passati a divertirsi con Just Dance né le serate al karaoke con gli amici. Pensandoci bene, non esisterebbero molti passatempi e molti giochi. Un gioco, per esempio, che viene immediatamente associato alla musica e ai suoni sono le slot machine: un meccanismo così semplice avrebbe avuto lo stesso successo senza gli effetti sonori? Il ritornello che festeggia la vittoria, il rumore della leva (anche quando è digitale, nelle slot online) fanno immergere il giocatore in un’atmosfera coinvolgente e stimolante. E non finisce qui: tra alcune delle piattaforme di slot online si trovano addiritttura temi musicali come il rock’n’roll o artisti famosi come Jimi Hendrix o Elvis. A queste slot si gioca ascoltando la musica dei propri cantanti preferiti.
La musica fa parlare le emozioni
Il ruolo della musica nel mondo dell’intrattenimento ma anche nella routine quotidiana è così importante perché legato alle emozioni: le stimola, le fa uscire allo scoperto, permette loro di esprimersi. Il settore videoludico non è più un semplice passatempo, ma è un contenitore di esperienze in grado di suscitare emozioni. È il fattore emozionale, del resto, a creare una community intorno a un videogioco. Ecco, dunque, che le case di produzione rincorrono sempre il binomio atmosfera-gioco. L’esempio più lampante è sicuramente Super Mario Bros: sound immediato e semplice, tema che calza perfettamente con il gioco, gameplay di qualità e ambientazioni colorate. Ma merita una menzione speciale anche Silent Hill, vero e proprio capolavoro se si pensa all’atmosfera e alle canzoni: i giocatori vengono accompagnati all’interno del viaggio di James in maniera magistrale. L’alternative rock di Akira Yamaoka ha fatto centro.
La musica è un elemento fondamentale anche in The Last of Us: è la colonna sonora, infatti, a scandire gli eventi, è l’aspetto centrale che dà ancor più rilevanza all’atmosfera apocalittica. I titoli che si potrebbero ancora citare sono davvero tanti, ma la verità è solamente una: è pressoché impossibile riuscire a immaginare un prodotto videoludico senza elementi sonori. La musica non è solo parte integrante dei videogiochi, ma li forma anche, poiché guida, alimenta e controlla le emozioni mentre plasma una storia. Basti pensare ai giochi horror: gli effetti sonori sono ingredienti imprescindibili della macabra ricetta.
Cosa c’è oltre la musica?
I prodotti videoludici si compongono di altri due elementi oltre alla musica:
- La grafica;
- L’interattività.
Queste due componenti nutrono la fruizione visiva e basta. La musica, invece, trasforma il gioco in esperienza operando in sinergia con gli aspetti più meramente visivi e interattivi.
Oltre alla musica, poi, ci sono tante, tantissime competenze. Facciamo un passo indietro: torniamo agli anni degli 8bit. In quell’epoca i compositori avevano davanti a sé non poche limitazioni dal punto di vista tecnico. Il risultato? Jingle al posto delle colonne sonore. Eppure, queste musichette riuscivano comunque a creare un’atmosfera nei videogiochi e, anzi, alcune sono diventate davvero iconiche. Il progresso tecnologico, poi, ci ha fatti approdare ai 16bit, che hanno portato con sé effetti sonori qualitativamente migliori e hanno fatto nascere la professione dei compositori per il settore videoludico. Per citare solo qualche nome possiamo menzionare Robert Prince, Yuzo Koshiro e Nobuo Uematsu – quest’ultimo ha realizzato niente meno che gli effetti sonori di Final Fantasy. Si arriva, poi, ai 32 e ai 64bit: i videogiochi incontrano l’industria cinematografica e si arriva a parlare di vere e proprie colonne sonore, non solo di suoni ambientali e di sottofondo.
Così, proprio come nel cinema, anche nei videogiochi la percezione che si ha delle scene viene influenzata dalla musica che i giocatori odono. Ma questo, del resto, accade anche nella vita di tutti i giorni: le musichette d’attesa dei call centre ci annoiano, per esempio. Non è la musica da sola, insomma, a trasformare un gioco in un’esperienza eccellente e coinvolgente, ma è sicuramente la musica a far sviluppare le ambientazioni, a definire le emozioni e a raccontare una storia senza parole.