Rifondazione comunista di Anzio sarà in piazza a raccogliere le firme contro il caro bollette eilritorno della Legge Fornero. I banchetti verranno allestiti domenica mattina 12 dicembre in Piazza Pia e mercoledì mattina 15 dicembre presso il mercato settimanale di Anzio Colonia. Si tratta di una mobilitazione che riguarda tutto il territorio nazionale e che prevede che le firme raccolte siano presentate ai Prefetti entro il 19 dicembre e, ove possibile, ai sindaci e ai consigli comunali che in tal modo possano supportare tale richiesta e dare un aiuto concreto ai cittadini appartenenti alle classi popolari.
Il recente aumento dei costi delle materie prime ha visto il Governo Draghi complice delle multinazionali che lo hanno deliberato. Il cosiddetto bonus bollette si limita a dare dei contributi alle fasce di popolazione poverissime, praticamente incapienti, mentre gran parte dei lavoratori e dei pensionati ne resta esclusa. Si giustificano tali aumenti con gli oneri relativi alla transizione ecologica, ma è falso! Stanno cercando di scaricare sugli utenti tali costi per mantenere intatti i loro profitti. Si tratta delle conseguenze nefaste delle privatizzazione del settore strategico dell’energia, voluta proprio da Draghi e dal centrosinistra e centrodestra uniti, e che non ha corrispettivi in UE!
Con la petizione chiediamo:
1. che il bonus bollette sia esteso fino ai redditi di €15.000 e che non siano mai effettuati distacchi per morosità incolpevole;
2. l’IVA sia ridotta stabilmente al 5% e cancellati gli oneri disistema;
3. che siano tassati i superprofitti delle aziende energetiche o imposto per legge un tetto agli aumenti;
4. che siano seriamente incentivate le energie rinnovabili.
L’Italia sconta una cronica dipendenza dall’estero per le materie prime e le privatizzazioni l’hanno accentuata. Lo Stato deve tornare a gestire l’energia così come gli altri settori strategici, secondo una logica di bene pubblico. Fermare l’aumento delle bollette si può ma il Governo preferisce difendere i profitti delle multinazionali.
Ma l’attacco alle classi popolari non finisce qui: la reintroduzione della Fornero dal 2023 a partire dalla quota 102 lo dimostra. Chiediamo che l’età pensionabile sia abbassata a 60 o 40 anni di contributi per gli uomini e a 55 anni o a 35 di contributi per le donne. Basta pensione a 67 anni o addirittura a 70! I lavoratori italiani -rispetto ai colleghi europei- lavorano di più nell’arco della settimana e quindi nell’arco della vita. Il sistema pensionistico non è affatto in crisi, anzi trarrebbe addirittura un decisivo giovamento se venisse interessato da una massiccia politica occupazionale che sostituisse i lavoratori anziani pagandogli la pensione, ripristinando il patto generazionale, abrogato ancora una volta da centrodestra e centrosinistra uniti, al tempo del Governo Dini.
Mandare in pensione le donne e gli uomini prima, ridurre l’orario di lavoro, creare un piano per l’occupazione significa creare un futuro per le giovani generazioni, smentendo la falsità che il sistema pensionistico italiano non regge. Venite a firmare le petizioni!
Basta aumenti in bolletta e no alla Fornero: Rifondazione di Anzio in piazza per raccogliere le firme da presentare a prefetto e sindaco
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