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Potenziare la rete perinatale in provincia di Latina, la richiesta del consigliere regionale Pino Simeone

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Giuseppe Simeone

Potenziare, valorizzare e sviluppare la rete perinatale della provincia di Latina: il Consigliere regionale Pino Simeone, capogruppo di Forza Italia,  chiede con una nota al presidente Zingaretti che la Regione Lazio investa urgentemente  sulla dotazione strumentale e tecnologica in dotazione alle Unità operative complesse  di Ostetricia e Ginecologia degli ospedali della provincia di Latina innalzando ulteriormente gli standard qualitativi all’insegna della innovazione e della sicurezza dei pazienti. Nel caso specifico degli ospedali di Formia e Fondi, Simeone chiede impegno affinché si metta in atto ogni azione indispensabile alla realizzazione di un blocco parto che preveda la presenza della Sala operatoria adiacente alla sala parto.

La nota, inviata anche all’assessore D’Amato, al direttore della direzione salute, Annicchiarico e al direttore generale della Asl di Latina, Cavalli, parte dalla costatazione degli eccellenti risultati ottenuti dalla Rete Perinatale delle strutture ospedaliere della provincia di Latina.

La presenza della sala operatoria nel blocco parto è, spiega Simeone, una prerogativa indispensabile all’effettuazione della partoanalgesia prevista nei LEA e consentirebbe di effettuare il parto spontaneo in donne con pregresso taglio cesareo e pregressa miomectomia abbattendo così la percentuale di tagli cesarei primari.

Progettualità che potrebbero dare, se realizzate, nuovo impulso alla Rete Perinatale degli ospedali Santa Maria Goretti di Latina, Dea di II livello, del Dono Svizzero di Formia e del San Giovanni di Dio di Fondi, dove ogni giorno grazie all’impegno e alla professionalità di ostetriche, ginecologi, e personale sanitario, le donne in gravidanza ed i nascituri trovano un punto di riferimento unico, in termini di assistenza e supporto, in uno dei percorsi più belli ma anche complessi della propria esistenza. Un’eccellenza che si consolida nelle Uoc di Ostetricia e Ginecologia che evidenziano, nei numeri, che devono essere letti in modo integrato la giusta misura di reparti che si sono accreditati quale riferimento per i cittadini non solo per la provincia di Latina ma in tutta la regione Lazio. I dati ufficiali mostrano come nell’ultimo triennio sono stati, rispettivamente, effettuati alla Uoc Ostetricia e Ginecologia Ospedale Santa Maria Goretti di Latina (Dea di II livello) per l’annualità 2019: 1322 parti totali, 417 cesarei totali  di cui ripetuti 193 e 224 parti cesarei primari (16,9 %), nel 2020, i parti in totale sono stati 1263, il totale cesarei 392 di cui ripetuti 167 e 225 parti cesarei primari (17,8 %) e nel 2021 il totale dei parti è pari a 1179, per un totale di 450 cesarei di cui ripetuti 194 e 256 parti cesarei primari (21,71 %). Per la Uoc Ostetricia e Ginecologia Ospedale Dono Svizzero di Formia (Dea di I livello) nel 2019 il totale dei parti è 449, totale cesarei 169 di cui ripetuti 71 e 98 parti cesarei primari (21,82 %), nel 2020 il totale dei parti è 458, totale cesarei 174 di cui ripetuti 75 e 99 parti cesarei primari (21,61 %) e nel 2021 i parti in totale sono stati 514, il totale cesarei 194 di cui ripetuti 99 e 95 parti cesarei primari (18,48 %). Infine, per la Uoc Ostetricia e Ginecologia Ospedale San Giovanni di Dio di Fondi nel 2019 sono 760 i parti in totale, il totale cesarei 309 di cui ripetuti 131 e 178 parti cesarei primari (23,15 %), nel 2020 il  totale parti 608, totale cesarei 229 di cui ripetuti 95 e 134 parti cesarei primari (22 %) mentre nel 2021 il totale dei parti è a quota 609, il totale cesarei 193 di cui ripetuti 81 e 112 parti cesarei primari (18,3 %). La rilevanza del miglioramento della qualità della vita della madre e del bambino è uno degli obiettivi sanitari prioritari così come la centralità della salute della donna e del bambino e la tutela dell’ “evento nascita” sono obiettivi di politica sanitaria rilevanti ancor più in una regione ad alta denatalità come il Lazio. Le eccellenze sanitarie che contraddistinguono i nostri territori possono e devono essere potenziate ve valorizzate per rendere i risultati raggiunti un percorso strutturato su cui innestare nuovi e più ambiziosi obiettivi da raggiungere nell’interesse dei pazienti”.

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