Questa mattina, nei pressi del Municipio, un gruppo di cittadini che dimorano all’interno del complesso “Lido delle Salzare”, ossia le tre palazzine E-F-G oggetto di una procedura di sgombero avviata ieri mattina (9 marzo 2022) ed effettuata dalla Polizia Locale di Ardea su delega della Procura della Repubblica di Velletri, ha manifestato il proprio dissenso rispetto allo sgombero stesso, chiedendo di poter incontrare i rappresentanti dell’Amministrazione Comunale.
Si ricorda che l’operazione della Polizia Locale – attivata con la collaborazione delle altre forze dell’ordine e di polizia messe a disposizione dal Signor Prefetto di Roma e alla presenza degli operatori dei Servizi Sociali comunali – prevede lo sgombero di tutti i 108 appartamenti presenti nelle palazzine residue del complesso immobiliare oggetto dell’ordinanza di demolizione datata 1997, con la salvaguardia di tutte le fragilità esistenti e rilevate nel corso delle procedure di sgombero.
«Nella giornata di mercoledì – afferma il Sindaco di Ardea, Mario Savarese – le operazioni si sono svolte in piena tranquillità ed è stato effettuato un lavoro attento, tenendo in massima considerazione le necessità delle persone presenti sul posto. Un discreto numero di famiglie ha anche spontaneamente riconsegnato le chiavi degli appartamenti; la Polizia Locale, coadiuvata dai Servizi Sociali, non ha proceduto allo sgombero delle famiglie con minorenni, dei nuclei in cui risultavano presenti anziani ultraottantenni, delle persone diversamente abili e con invalidità, avviando una valutazione per ogni singolo caso. Intendo, in questa sede, ringraziare il personale della Polizia Locale e quello dei Servizi Sociali per l’encomiabile lavoro svolto nella tutela delle persone più fragili e mi complimento con loro, avendo a mia volta ricevuto il compiacimento per le modalità di svolgimento delle operazioni da parte delle altre forze dell’ordine e di polizia giunte in nostro ausilio».
Il Sindaco intende fare chiarezza anche rispetto alle indennità di occupazione richieste alle persone che vivevano o vivono all’interno degli appartamenti in questione e non versate nelle casse dell’Ente. Infatti, l’annullamento della concessione edilizia e l’ordinanza di demolizione del 1997, oltre al verbale di inottemperanza all’ingiunzione di demolizione del 1998, hanno sancito la natura abusiva di tutti gli stabili presenti nel ‘Lido delle Salzare’ a livello edilizio. Dal 2005 in poi, quindi, l’Ente ha avviato le pratiche per l’acquisizione a patrimonio pubblico dell’area di sedime, degli immobili e delle opere pertinenziali al fine di procedere alla demolizione, che si sono perfezionate nel 2019. «Essendo gli appartamenti occupati e quindi indisponibili per l’Ente – aggiunge il Sindaco -, il Comune ha avuto e ha tuttora l’obbligo di richiedere le indennità di occupazione. Si tratta di un atto dovuto in quanto chi si trova nelle case utilizza un bene di proprietà della collettività di Ardea. Il canone, lo ricordiamo, non è assimilabile a un corrispettivo per l’affitto del bene, né tantomeno il suo pagamento rappresenta un diritto da parte dell’occupante a restare nello stabile». In quest’ottica, dal 2019 a oggi, sono scattate le diffide per richiedere le indennità di occupazione, visto che gli immobili non sono stati mai riconsegnati al Comune.
Questi concetti sono stati espressi anche alle persone in protesta, con una delegazione di cittadini che, alla presenza del personale del Commissariato di Polizia di Anzio-Nettuno, è stata ricevuta dal Sindaco Mario Savarese negli Uffici dell’Ente, anche per chiarire i vari aspetti che hanno portato alla mobilitazione negli spazi esterni al Municipio.
«Ho incontrato una delegazione dei cittadini che occupano gli appartamenti della palazzina G, ancora non oggetto dell’intervento di sgombero – conclude il Sindaco -. Si sono detti preoccupati della situazione ed è stata loro illustrata la realtà di quanto sta accadendo. Le persone sono state comprensive e hanno capito l’impegno che il Comune sta portando avanti, con enorme difficoltà, per provare a trovare una soluzione che, data la grave carenza di alloggi popolari liberi, risulta al momento di difficile attuazione. È comunque intenzione dell’Ente avviare quanto prima un piano di medio-lungo periodo, anche con il coinvolgimento dell’Ater Provincia di Roma, al fine di individuare delle aree dove costruire un numero congruo di alloggi, magari utilizzando anche dei fondi che potrebbero essere messi a disposizione grazie al PNRR. Oggi, infatti, l’Ente vede una richiesta di alloggi popolari che risulta essere di 3-4 volte superiore rispetto agli appartamenti disponibili. Ricordo, infine, che sono ancora in corso i lavori di una Commissione composta anche da tecnici e avvocati, istituita per la prima volta da questa Amministrazione in oltre 50 anni di vita autonoma del Comune di Ardea, che sta lavorando per stilare una graduatoria volta all’assegnazione di eventuali alloggi Erp (dell’Ater e/o del Comune) rimasti liberi».