Sugli arresti a Terracina per l’indagine sulla gestione del demanio marittimo, l’associazione Legambiente chiederà di costituirsi parte civile nel procedimento penale. Lo hanno annunciato il presidente nazionale, Stefano Ciafani, ed il presidente regionale, Roberto Scacchi: “Gli arresti di oggi – hanno commentato – confermano uno scenario di illegalità a Terracina dove è fondamentale tenere altissima l’attenzione. L’inchiesta – hanno sottolineato i due esponenti di Legambiente – conferma la gravità di una situazione più volte da noi denunciata”.
“Faremo richiesta di costituzione come parte civile anche in questo procedimento penale – hanno detto – ed esprimiamo la nostra vicinanza al circolo Legambiente “Pisco Montano” di Terracina e in particolare alla sua presidente, Anna Giannetti, oggetto di una querela da parte dell’ex vicesindaco, sottoposto poi a misura cautelare, a dir poco temeraria. Come sempre confidiamo nel buon operato della magistratura e delle forze dell’ordine affinché venga fatta ecogiustizia.
In attesa degli sviluppi, l’inchiesta conferma la gravità di una situazione più volte da noi denunciata attraverso la grande azione del nostro circolo e oggi, a Terracina, in tanti sono chiamati a rispondere di gravi accuse della Procura di Latina sulle illegalità lungo l’arenile. Non a caso lo scorso febbraio, circolo e Legambiente Lazio avevano scritto alla Regione chiedendo un intervento con il quale l’ente esercitasse i poteri sostitutivi, anche con l’eventuale nomina di un commissario ad acta, in modo da evitare che il nuovo Pua (Piano Utilizzo degli Arenili) potesse divenire una sanatoria per la vecchia e discutibile gestione del demanio marittimo.
A supporto delle segnalazioni puntuali di Legambiente si sono attivati i nostri avvocati dei Centri di azione giuridica, con richieste di accesso agli atti e costituzioni di parte civile. A livello nazionale Legambiente ha raccontato nel dossier “Mare Monstrum 2021” il “caso Terracina”, come uno dei più emblematici dell’assalto al demanio marittimo”.