APRILIA – Il Consiglio comunale ha approvato una delibera di contrarietà al progetto di realizzazione di un impianto di produzione e raffinazione di combustibile solido secondario a partire da rifiuti di scarto, a seguito dell’iniziativa della società Mts Ambiente Innovazione e Tecnologie che di recente ha depositato in Regione Lazio una ipotesi progettuale da realizzarsi in via Valcamonica. “Sul terreno ambientale Aprilia ha già dato”, è stato il comune denominatore tra tutte le forze politiche che siedono in Consiglio.
Il Consiglio comunale ha approvato all’unanimità una delibera di contrarietà relativamente al progetto di realizzazione di un impianto di produzione e raffinazione di css-combustibile a partire da rifiuti di scarto. Ancora una volta la massima assise comunale ha voluto mandare un messaggio chiaro di netta e decisa contrarietà alla previsione di localizzare impianti di trattamento rifiuti sul territorio del Comune di Aprilia. I consiglieri comunali tutti, su input della maggioranza del sindaco Terra, sono tornati ad affrontare tematiche ambientali legate ai rifiuti a seguito dell’iniziativa della società Mts Ambiente Innovazione e Tecnologie la quale recentemente ha depositato presso la Regione Lazio una ipotesi progettuale da realizzarsi in via Valcamonica. “Sul terreno ambientale Aprilia ha già dato”, è stato il comune denominatore tra le forze politiche che siedono in Consiglio e ribadito dall’assessora al ramo Michela Biolcati. “La prima questione è urbanistica, ha spiegato l’assessora, la proposta vuole una variante all’attuale destinazione agricola per 20 mila metri quadri di terreno. Poi vi sono tutta una serie di questioni ambientali”. Tra i vari punti evidenziati dalla massima assise c’è la stima che vede “il transito di ulteriori 75 mezzi al giorno nello scenario di esercizio relativo al trattamento di 495.000 tonnellate all’anno di rifiuti”. I motivi ulteriori circa il parere negativo dei gruppi consiliari sono scritti nero su bianco in delibera: “la realizzazione del nuovo impianto comporterebbe l’impermeabilizzazione di ulteriori 2 ha circa di suolo agricolo con impatti permanenti ed irreversibili sul suolo ed ambiente idrico; l’esercizio del nuovo impianto comporterebbe un incremento di traffico veicolare significativo, quantificabile in circa 150 transiti (entrate + uscite) di mezzi d’opera su viabilità locale”. “Il lotto di progetto, si legge dal documento votato questo pomeriggio, dista meno di 400 m dai limiti del Nucleo Sacida e meno di 100 metri dal limite settentrionale del Nucleo Cinque Archi, definiti dalla Variante Speciale per il Recupero dei Nuclei Abusivi di cui alla D.G.R. 622/2012”. Il Nucleo Sacida, estensione pari a circa 50 ha, infatti esprime, attualmente, circa 1.700 abitanti potenziali, prevede zone di espansione e di reperimento servizi pubblici ed ha capacità insediativa a saturazione pari a 690 abitanti circa oltre l’esistente. “Il contesto territoriale nel quale si inserisce il progetto, hanno dichiarato tutti i consiglieri, non deve essere gravato da ulteriori pressioni sulle componenti ambientali”. “L’entità, la natura ed il carattere cumulativo degli impatti generati dalla realizzazione e dall’esercizio del nuovo insediamento, classificabile come industria insalubre, esercitano una pressione significativa sulle componenti ambientali, non ultima la salute umana, tale da rendere l’intervento proposto non sostenibile, in considerazione dell’abbondante dotazione impiantistica esistente e degli scenari futuri relativi alla produzione di rifiuti tracciati dal Piano regionale”. Sul territorio di Aprilia, hanno ricordato le forze politiche, sono attualmente presenti ed in esercizio impianti di trattamento rifiuti autorizzati a trattare i seguenti quantitativi: 409.200 tonnellate/anno di residuo indifferenziato (Tmb) che rappresentano il 100% di quanto autorizzato nell’Ato Latina ed il 22% di quanto autorizzato nell’intera Regione; 170.000 tonnellate/anno frazioni organiche (Compostaggio/Digestione anaerobica) che rappresentano il 77% di quanto autorizzato nell’Ato Latina ed il 39% di quanto autorizzato nell’intera Regione.Dunque dopo il parere negativo della Commissione congiunta Urbanistica-Ambiente anche il Consiglio comunale mette il semaforo rosso al progetto e invoca ancora una volta il principio di omogeneità del Piano di gestione dei rifiuti, in relazione all’ambito territoriale ottimale, nella localizzazione dei nuovi impianti, sia di trattamento che di smaltimento, in modo da non determinare ulteriori carichi ambientali, soprattutto nei casi in cui la capacità di trattamento degli impianti soddisfi il fabbisogno dell’intero ambito. “La nostra comunità differenzia i rifiuti per oltre il 70%, ha aggiunto la consigliera comunale Alessandra Lombardi, in questi anni la produzione di rifiuti è diminuita di 100 kg l’anno pro-capite a testimonianza di un lavoro certosino sia da parte della politica locale che dei cittadini. Dover subire nuovi impianti sarebbe una vera ingiustizia per la nostra città che si è comportata così virtuosamente. Sono le grandi città della regione a dover andare verso una seria raccolta differenziata e verso politiche di riduzione dei rifiuti e smetterla di pensare di risolvere le proprie carenze sulle città limitrofe”.