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Porcelli, Rizzuto e Ragusa: un comunicato congiunto per suggerire strade per abbattere le emissioni odorigene

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In un comunicato congiunto, Carmen Porcelli per La Città degli Alberi, Rosalba Rizzuto per Aprilia Libera e Andrea Ragusa per Cittadini Pentastellati – Grillini Apriliani tornano sulle emissioni odorigene che affliggono la città di Aprilia. Dopo un lungo promemoria di quanto avvenuto negli anni propongono di emulare alcune iniziative avviate in altri comuni italiani come, ad esempio,  Colverde nel nord, ma anche in alcune realtà delle Marche. Diverse le soluzioni trovate. E quindi i tre esponenti politici si chiedono perché ad Aprilia non sia stata seguita alcuna strada per abbattere i miasmi.

La nota stampa

È vero che sulla questione delle emissioni odorigene è la Regione competente in materia, ma è altrettanto vero che l’iniziativa della mozione per elaborare una proposta di legge è scaturita dalla maggioranza, non da una bizzarria dell’opposizione: possibile che il sindaco non fosse al corrente che quella azione non avrebbe portato a nulla o non sapeva che avrebbe avuto le mani legate su questo argomento? Allora, a che pro proporla, per illudere i cittadini?

Abbiamo scorso la rassegna stampa degli ultimi dieci anni, e abbiamo trovato numerose notizie sull’argomento miasmi da parte di più comitati e cittadini del territorio: proteste, raccolte firme, petizioni alle quali hanno fatto seguito puntualmente promesse e, altrettanto spesso, la costituzione di tavoli istituzionali, le cui gambe si sono accorciate improvvisamente dopo uno, forse due incontri. Un esempio lampante sono i tavoli istituti nel 2014 per due grandi impianti del territorio collocati in zona Campoverde, ai quali erano stati convocati gli enti (Asl, Arpa, Regione Lazio) e dove gli stessi privati avevano assunto impegni circa la pulizia e la copertura dei mezzi che trasportavano rifiuti, nonché l’installazione dei nasi elettronici.

Lo ricordiamo anche perché in questi giorni i residenti della Corsira, al confine con il comune di Nettuno, lamentano nuovamente miasmi provenire dall’impianto di Acea: facciamo finta di niente perché “abbiamo le mani legate”?

La mozione suggeriva di promuovere un’azione legislativa, sicuramente un progetto molto ambizioso e di difficile attuazione, ma quando si intraprende una battaglia, poi bisogna andare fino in fondo, senza arrendersi e non abbiamo dimostrazione di sollecitazioni alla Regione Lazio, né abbiamo notizia della ricerca di adesioni da parte

dei comuni della provincia per promuovere questa istanza: non ci risulta sia stato fatto, la mozione non è approdata in nessun altro consiglio comunale. La formulazione del tavolo tecnico avrebbe – sempre secondo quanto riportato dai giornali – seguito la stesura di linee guida: come? Senza neanche il coinvolgimento degli altri comuni? E dove sarebbero queste linee guida? Qualcuno le ha mai viste? Dov’è la famosa bozza di regolamento elaborata prima con Refrigeri e poi con Bruschini? Facile dire di avere le mani legate dopo, aver fatto propaganda e lasciando poi cadere nel dimenticatoio tutto.

Questo accade perché nessuno ha veramente a cuore queste tematiche, altrimenti si andrebbe avanti a muso duro su queste vicende, recuperando mozioni e delibere approvate dal consiglio comunale e puntualmente disattese.

Lasciamo da parte, per un momento, le promesse assunte per ammorbidire le posizioni dei comitati e restiamo alle decisioni prese in consiglio comunale: la decisione di svolgere una commissione d’inchiesta sulla Loas è stata decisa dal consiglio comunale, perché non è stata rispettata?

Per tornare ai miasmi, sono tante le cose che il Comune di Aprilia avrebbe potuto fare: ad esempio lo scorso ottobre abbiamo chiesto all’amministrazione comunale di istituire un numero verde per Emergenze Ambientali, che risponda ad ogni ora, coordinato tra la Polizia Municipale, la Protezione civile e la ASL, per interventi immediati al ricevimento delle segnalazioni dei cittadini. Il Comune anche su questo ha le mani legate?

Suggeriamo, inoltre, alcune iniziative avviate in altri Comuni d’Italia dove i sindaci, pare, abbiano le mani “slegate”: ad esempio Colverde, dove le problematiche relative alle molestie provenienti da un impianto sono state risolte istituendo un tavolo tecnico presso la provincia di Como; l’amministrazione provinciale competente nel rilascio delle autorizzazioni per il funzionamento dell’impianto indicato, ha proceduto, come previsto dalla normativa vigente, ad emanare atto di diffida con sospensione dell’attività per 15 giorni. Nel periodo di inattività l’azienda sarà chiamata ad individuare le più idonee azioni con l’obiettivo di porre fine ai disagi procurati.

La diffida è stata notificata e dal 2016 l’azienda, oggetto del provvedimento, si è dotata di un impianto di abbattimento degli odori

(https://comune.colverde.co.it/notizie/105320/problematiche-relative-molestie-olfattive).

Oppure quella avviata dal Comune di Falconara Marittima (https://www.comune.falconara-

marittima.an.it/archivio10_notizie-e-comunicati_0_86.html) ovvero un modulo specifico per la segnalazione di cattivi odori, da trasmettere con allegato un documento di identità del segnalante in modo da lasciare traccia del reclamo.

Oppure ancora il progetto avviato sempre nella regione Marche dove, attraverso una app (Odor.net nelle Marche, aggiornamento della situazione | SNPA – Sistema nazionale protezione ambiente (snpambiente.it)

si persegue l’obiettivo di individuare le cause dei fenomeni segnalati e la loro correlazione ai processi produttivi insistenti nell’area. Un progetto che dalle Marche si sta spostando anche in altre regioni Insomma gli strumenti, oltre che le leggi, esistono. Manca la volontà?

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