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Rocca di Papa, la Polizia Locale chiude una casa alloggio per disabili: operava senza autorizzazione

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Oggi i caschi bianchi diretti da Comandante Sergio Ierace hanno messo la parola fine ad una illecita attività posta in essere sul territorio.

Le attività hanno avuto inizio con un sopralluogo eseguito il 26 gennaio scorso, dove la Polizia Locale, unitamente al personale dei Servizi Sociali del Comune, ha accertato la presenza dell’illecita attività, constatando che l’attività svolta non era quella dichiarata di cohousing – ossia di mera convivenza di persone anziane o unite da altro – ma di una vera e propria attività assistenziale posta in essere senza alcun tipo di autorizzazione.
Infatti gli accertamenti eseguiti sulla documentazione acquisita, hanno dimostrato come l’importo totale mensile versato dai 5 ospiti era di € 6.650 per un importo totale annuo di € 79.800 mentre l’importo versato dalla cooperativa al locatario era solo di 800 euro mensili, per un importo totale annuo di 9.600 euro. Questa sproporzione tra l’importo versato dagli ospiti e quello “speso” dall’associazione per la locazione dell’immobile, lasciava senza dubbio presumere agli uomini della Locale, la sussistenza di servizi retribuiti agli ospiti in assenza di qualsivoglia autorizzazione. Peraltro, la relazione redatta dalla stessa Polizia Locale ha evidenziato come dai singoli certificati dell’INPS e della ASL, sulla descrizione della patologia degli ospiti, si potesse evincere che i soggetti conviventi “appaiono soffrire di insufficienze mentali medio/gravi tali da prevedere una doverosa assistenza, contrariamente a quanto previsto dalle attività di “cohousing” che prevedono una forma non regolamentata di convivenze tra persone che, senza essere legate da vincoli e legami parentali, scelgono di risiedere in un’unica unità immobiliare della quale condividono gli spazi comuni, non prevedendo un’intermediazione organizzata che si faccia carico di erogare prestazioni tipiche dei servizi sociali e/o sanitarie di assistenza che apparirebbero, nel caso di specie, necessarie, ciò in considerazione del fatto che in alcuni certificati viene rappresentata una invalidità totale e permanente del 100%” con necessità quindi, evidentemente, di assistenza continua in quando non in grado di compiere gli atti quotidiani”.

L’attività svolta il 26 gennaio e i successivi accertamenti, hanno fatto emettere l’Ordinanza Commissariale, eseguita oggi dalla Polizia Locale, che ha predisposto con immediatezza la chiusura della struttura adibita a casa alloggio per disabili adulti sita in Rocca di Papa ( RM), in assenza dell’Autorizzazione di cui all’art. 4 della Legge Regionale n°2 del 18/01/2005, disponendo tutti i provvedimenti urgenti ed immediati al fine di tutelare la sicurezza e l’incolumità degli utenti, ivi compreso il trasferimento e collocazione degli ospiti, presso altre strutture in possesso delle autorizzazioni ai sensi della vigente normativa e ritenute più idonee e compatibili con le condizioni degli ospiti stessi entro e non oltre 30 giorni.

È finita così la breve attività di cohousing della casa alloggio scoperta dagli uomini della Locale di Rocca di Papa, in cui risiedevano 5 disabili, che operava senza i requisiti di legge previsti, che oltre ad essere quindi colpita dal provvedimento di chiusura eseguito ha ricevuto un verbale amministrativo di oltre 8.000,00 Euro
“La chiusura di questa struttura rappresenta l’ulteriore conferma dell’attenzione posta in essere dall’amministrazione nei confronti di questi fenomeni di false gestioni di centri assistenziali a cui spregiudicatamente si tenta di fornire forme amministrative non sovrapponibili, per la loro tipicità, a case di cura o assistenziali, che invece necessitano di adeguati controlli ed autorizzazioni da parte delle ASL e strutture competenti. Al primo posto devono sempre essere poste le vite delle persone disabili che si tenta di tutelare, non solo offrendo servizi a pagamento, ma anche facendo in modo che gli stessi siano correttamente erogati, nel rispetto delle norme che li regolamentano. Preciso che nel corso delle attività non sono mai stati rilevati comunque fatti che potessero fare pensare ad ipotesi di maltrattamenti, evidenziando solo l’errata forma amministrativa con la quale l’associazione ha intrapreso l’attività.”

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