Clonavano auto di grossa cilindrata: la polizia di Terracina ha arrestato due persone di 40 e 63 anni accusati di riciclaggio e ricettazione. I due sono stati rintracciati a Pontinia e Cisterna. L’indagine è partita nel giugno dello scorso anno dopo alcuni accertamenti eseguiti su una Range Rover Evoque e su una Jeep rubata, entrambe le vetture risultate clonate e vendute ad una società ignara di tutto.
I dettagli forniti dalla polizia
Nelle prime ore della mattina del 22 marzo 2023 personale del Commissariato di P.S. di Terracina ha tratto in arresto in esecuzione del Ordinanza di Custodia Cautelare in Carcere nr. 173/2023 R.G.I.P., relativa al p.p. iscritto R.G.N.R. 3295/2022, emessa dal G.I.P. del Tribunale di Latina, Dott.ssa G. CASTRIOTA, T.G. di anni 40 e P. G. di anni 63, in quanto indagati per i reati di Riciclaggio, Ricettazione e, solo il P. G., anche di Falsità materiale.
Entrambi i soggetti destinatari delle Misure cautelari, in oggetto generalizzati, venivano rintracciati ed arrestati rispettivamente in Pontinia (LT) e Cisterna di Latina (LT). L’esecuzione in argomento scaturiva da una intensa attività investigativa che traeva origine dall’arresto per evasione di T.G. operato in data 15.06.2022 sempre dal personale della Polizia di Stato di Terracina. Nella circostanza infatti lo stesso veniva trovato in possesso di un’autovettura RANGE ROVER modello EVOQUE in San Felice Circeo all’atto del suo arresto mentre un’altra autovettura di analogo modello, veniva rinvenuta in un terreno limitrofo alla propria abitazione in Pontinia. A seguito di mirati approfondimenti investigativi, coordinati dal Sostituto Procuratore Dott. V. DE LUCA della locale Procura della Repubblica, si appurava che entrambe le autovetture nella disponibilità dell’indagato risultavano clonate in tutto e per tutto e perfettamente riproducenti altrettanti veicoli in circolazione e nella disponibilità dei rispettivi proprietari che si trovavano in Campania ed in Piemonte. Analoga clonazione inoltre emergeva essere stata effettuata dagli indagati per una Jeep rubata in provincia di Napoli e poi venduta ad una società che veniva a conoscenza della provenienza illecita dell’auto solo successivamente, all’atto del sequestro della stessa.
Gli accertamenti sui rispettivi documenti di circolazione consentivano di acclarare, inoltre, la falsificazione su moduli di carte di circolazione risultate rubate presso un Ufficio motorizzazione siciliano. Le risultanze emerse da questi accertamenti metteva in luce un collaudato modus operandi a mezzo del quale costosi veicoli rubati venivano rimessi sul mercato con documenti e targhe perfettamente corrispondenti ad analoghi veicoli circolanti. Grazie alle investigazioni tecniche, su telefoni cellulari sequestrati, emergeva l’effettiva provenienza delittuosa delle medesime autovetture di lusso, accertandosi, altresì, l’avvenuta clonazione e vendita ad opera del P. G. che è risultato gestore di una concessionaria di automobili e che veniva collaborato dal T. G. ai fini della vendita delle automobili di provenienza illecita.
I gravi indizi di colpevolezza raccolti, attraverso le investigazioni e gli accertamenti tecnici, a carico degli indagati determinavano il G.I.P. del Tribunale di Latina ad accogliere la richiesta di Misura cautelare in carcere avanzata dal P.M. titolare dell’indagine e supportata dagli oggetti riscontri degli investigatori.