Dal 2019 ad oggi sono stati cinque i femminicidi nel territorio pontino: uno si è verificato nel 2019, due nel 2020, due nel 2022. Un numero che tradotto in percentuale corrisponde all’8,5 per cento di tutti i femminicidi del Lazio. Cinquantaquattro invece le denunce di violenze sessuali, 256 nel quinquennio. I numeri del dossier che la Uil del Lazio ha realizzato con l’istituto di ricerca Eures lasciano senza fiato.
“Dopo Roma – spiegano Luigi Garullo e Francesca Toselli, rispettivamente segretario generale della UIL di Latina e responsabile delle pari opportunità del sindacato pontino – siamo la seconda provincia del Lazio ad aver vissuto omicidi perpetrati da uomini sulle donne”. Ma il fenomeno della violenza di genere e del femminicidio ha radici che spesso vengono sottovalutate. Pensiamo ai reati spia, ovvero quelli che vedono come vittime prevalentemente le donne. Nel 2022 sono state 159 le denunce per percosse, 138 nel 2021. Mentre le denunce per lesioni dolose sono state 671 nel 2022 e 736 nel 2021.
“Anche per queste due tipologie di reati – aggiungono i due sindacalisti – Latina si posiziona al secondo posto, dopo la Capitale. E lo scenario purtroppo non cambia, anzi viene confermato quando affrontiamo il reato di minaccia, che ha visto nel 2022 863 casi denunciati in tutta la provincia. Un numero che sul quinquennio arriva a 4.683 denunce”.
“La violenza di genere – concludono Garullo e Toselli – è un fenomeno intollerabile che attraversa ancora la nostra società e che richiede un costante impegno per annientarlo. Serve un cambiamento radicale nella lotta alla violenza, che parta dalla scuola, dal linguaggio, dall’educazione al rispetto e alla parità di genere, ma anche dai confronti in famiglia, con i figli e con gli amici, perché è così che si accendono sentinelle e prese di coscienza. E’ una questione culturale, che ci vedrà impegnati ogni giorno fino a quando la cultura della sopraffazione dell’uomo sulla donna sarà sconfitta”.