Il sindaco di Aprilia, Lanfranco Principi, agli arresti domiciliari e sono indagati a piede libero altri ex amministratori locali. Sono scattate questa mattina all’alba in città 25 misure cautelari per associazione mafiosa legata ad episodi di estorsione, usura, reati contro la pubblica amministrazione, traffico di sostanze stupefacenti ed esercizio abusivo dell’attività finanziaria nei confronti di commercianti e imprenditori di Aprilia per somme di denaro cospicue e con l’imposizione di tassi usurari.
Sarebbero indagati a piede libero anche l’ex sindaco di Aprilia, Antonio Terra, e l’ex assessore ai lavori pubblici Luana Caporaso, oltre ad un dirigente del settore lavori pubblici del Comune. Sono una quaratina in tutto le persone indagate, per fatti che risalgono al marzo 2018, quando l’attuale sindaco Principi ricopriva il ruolo di vice sindaco e assessore alle finanze.
Il Pm aveva chiesto per tutti loro l’emissione di un’ordinanza di misura cautelare; poi il Gip ha ridotto la lista a 25 persone; ma tutti gli altri rimangono indagati.
Nella lista degli indagati spiccano anche i nomi di Patrizio Forniti e Sergio Cangemi, condannati in primo grado lo scorso mese di gennaio per una serie di estorsioni, con metodo mafioso, in danno di imprenditori tra Aprilia e Pomezia.
Per quanto riguarda il Sindaco Principi, perquisizioni questa mattina sono state eseguite presso le sedi comunali di Piazza Roma e Piazza dei Bersaglieri, ed anche nel suo studio privato.
Nomi eccellenti, dunque, nell’operazione scattata questa mattina su disposizione della Direzione Distrettuale Antimafia di Roma. In campo sono scesi gli uomini della Direzione Investigativa Antimafia e del Comando Provinciale dei Carabinieri di Latina. Le misure sono state emesse dal G.I.P. del Tribunale di Roma, su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia della Procura di Roma. Alcuni degli indagati sono accusati di aver “acquisito in modo diretto e indiretto – si legge – la gestione e comunque il controllo di attività economiche, di appalti e servizi pubblici e di ostacolare il libero esercizio del voto”.
Le misure sono state emesse dal G.I.P. del Tribunale di Roma, su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia della Procura di Roma.
“Più in particolare, nel corso della attività di indagine, avviata nel marzo 2018 dalla Direzione Investigativa Antimafia – Centro Operativo di Roma con il supporto, dall’ottobre dello stesso anno, del Reparto Territoriale Carabinieri di Aprilia, con il coordinamento della DDA della Procura di Roma, sono stati raccolti elementi gravemente indiziari in ordine alla esistenza di una associazione mafiosa, operante nel territorio di Aprilia e comuni limitrofi avvalendosi della forza di intimidazione del vincolo associativo e della condizione di assoggettamento e di omertà che ne deriva, avente come finalità quella di commettere più delitti: di traffico di sostanza stupefacente, di estorsione aggravata, rapina, lesioni e minaccia utili ad imporsi sul territorio ed ottenere il sostentamento di affiliati detenuti;
di usura ed esercizio abusivo dell’attività finanziaria nei confronti di commercianti e imprenditori della cittadina di Aprilia per somme di denaro cospicue e con l’imposizione di tassi usurari;
di detenzione e porto di armi utili alla consumazione dei reati fine e al mantenimento del controllo del territorio e ribadire la superiorità del sodalizio;
di acquisire in modo diretto e indiretto la gestione e comunque il controllo di attività economiche, di appalti e servizi pubblici, di ostacolare il libero esercizio del voto.
Unitamente alle misure cautelari personali, eseguite nei confronti di indagati per i quali vige il principio di presunzione di innocenza, venivano disposte dal Giudice per le Indagini Preliminari misure cautelari reali e sono in corso anche numerose perquisizioni”.