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Reti di Giustizia: “Mafia radicata ad Aprilia, questa operazione non ci sorprende”.

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“Mafia radicata ad Aprilia, questa operazione non ci sorprende”. “Reti di Giustizia – Il sociale contro le mafie” interviene sull’inchiesta della Dia e dei Carabinieri scattata questa mattina all’alba. “E’ l’ennesima conferma di ciò che cerchiamo di comunicare instancabilmente da anni, – sottolinea Reti di Giustizia – ossia che nel nostro territorio sono radicate organizzazioni mafiose e che il clima di sottovalutazione e indifferenza (in primis da parte della politica locale) che le circonda concorre al loro sviluppo e alla diffusione del pensiero mafioso. L’attuale Sindaco, – aggiunge l’associazione – aveva affermato che ‘Aprilia non è una città mafiosa’, continuando, così, a diffondere, invece che combattere, quell’indifferenza e noncuranza che caratterizza il sostrato politico e sociale del nostro territorio”.

“È notizia di questa mattina, l’operazione della Direzione Investigativa Antimafia e del Comando Provinciale dei Carabinieri di Latina atta a sgominare un’associazione mafiosa radicata ad Aprilia, per effetto della quale sono state disposte misure cautelari nei confronti di ben 25 persone, tra le quali il Sindaco Lanfranco Principi.

In attesa di conoscere i dettagli dell’operazione, come Associazione segnaliamo che questa operazione non ci sorprende, anzi, è l’ennesima conferma di ciò che cerchiamo di comunicare instancabilmente da anni, ossia che nel nostro territorio sono radicate organizzazioni mafiose e che il clima di sottovalutazione e indifferenza (in primis da parte della politica locale) che le circonda concorre al loro sviluppo e alla diffusione del pensiero mafioso.

Ricordiamo che a gennaio dell’anno in corso il Tribunale di Velletri aveva riconosciuto, dopo la condanna definitiva a carico di Sergio Gangemi nel 2022, l’aggravante del metodo mafioso nelle azioni criminose (attentati, estorsione ed azioni intimidatorie) perpetrate da Giampiero Gangemi, Patrizio Forniti e Mirko Morgani a danno di due imprenditori di Torvajanica e Aprilia (ricordiamo che i Gangemi sono ritenuti dalla Direzione Nazionale Antimafia come vicini all‘ndrina dei De Stefano).

L’accertamento del metodo mafioso aveva permesso al collegio di riconoscere anche il diritto al risarcimento del danno per i danni di immagine subiti dai Comuni di Aprilia e Pomezia, costituitisi parte civile.

Nonostante ciò, l’attuale Sindaco, vedremo, ad esito delle verifiche circa il suo coinvolgimento nell’operazione in corso, se in mala fede o meno, aveva affermato che “Aprilia non è una città mafiosa”, continuando, così, a diffondere, invece che combattere, quell’indifferenza e noncuranza che caratterizza il sostrato politico e sociale del nostro territorio, mentre nello stesso si consumavano atti di estorsione, usura, reati contro la pubblica amministrazione, traffico di sostanze stupefacenti a danno della comunità e del bene comune.

Monitoreremo con attenzione l’operazione antimafia in corso di svolgimento, – conclude Reti di Giustizia  auspicando che, questa volta, la reazione della collettività per l’affermazione della legalità e della giustizia sociale sia forte, senza tentennamenti, senza ritrosie e senza gli sguardi di sufficienza che chi, come noi, si occupa di mafie nel nostro territorio ha subito”.

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