“Inopportuna la partecipazione al sit-in delle liste collegate ad alcuni degli indagati”. Così ieri pomeriggio, dalla piazza di Aprilia Irene Giusti – presidente di Reti di Giustizia, il sociale contro le Mafie – ha commentato l’adesione di alcune civiche alla manifestazione indetta dall’associazione, in risposta all’operazione dello scorso mercoledì mattina della DDA di Roma che ha portato all’arresto del sindaco Lanfranco Principi e all’emissione di altre 24 misure cautelari a carico di un’organizzazione che aveva rapporti con il clan dei Casalesi e dei Polverino e che gestiva attività di spaccio, estorsione ed usura. Purtroppo in Piazza Roma si sono presentati solo un centinaio di cittadini: ci si aspettava più partecipazione al sit-in, come risposta all’importante inchiesta che ha portato alla luce presunte collusioni tra la politica locale e la malavita.
“La piazza di oggi – commenta Rete di Giustizia – è il prosieguo della nostra richiesta all’allora Giunta di costituirsi parte civile nel processo contro i Gangemi del 2019 e della nostra costante attività contro le mafie.
Fatta salva sempre la presunzione di innocenza dal punto di vista processuale, c’è un dato che è già incontrovertibile, ed è la responsabilità politica e morale e questa non può essere offuscata o minimizzata”.