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La regolamentazione del mercato delle criptovalute in Europa e in Italia: le novità in vigore da settembre

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Le criptovalute sono un mercato ancora poco esplorato, tanto dai consumatori, quanto dai governi e dagli organismi di controllo. Ne è la prova il fatto che, solo nel corso del 2023, l’Unione Europea ha emanato un regolamento teso ad uniformare l’intero quadro Normativo dell’UE: il MiCA, Markets-in-Crypto-Assets Regulation (regolamento UE n. 2023/1114), recepito in Italia con il D.Lgs 129 del 5 settembre 2024.

Il MiCA per disciplinare un quadro normativo europeo frammentato
Prima che le nuove regole venissero definite e precisate attraverso lo strumento del MiCA, la legislazione europea era visibilmente frammentata: singoli paesi avevano emanato propri
regolamenti per sopperire all’assenza di una normativa che disciplinasse buona parte delle cripto-attività, come il FInzionamento delle piattaforme di negoziazione, lo scambio di cripto-
attività e la custodia e l’amministrazione delle cripto-attività per conto terzi.

Si è reso necessario un intervento di disciplinamento a livello comunitario, per evitare i rischi per i consumatori (non tutelati fino a prima del MiCA), per garantire l’integrità del mercato e per
porre un freno ad abusi di mercato e a crimini finanziari. Per non parlare del fatto che la
frammentazione dei regolamenti nazionali, se si fosse protratta troppo a lungo, avrebbe sia
falsato la concorrenza nell’ambito del mercato unico europeo, sia limitato le possibilità di
investimenti tra un paese e l’altro.
Visto da una prospettiva non strettamente bancaria, il nuovo regolamento rappresenta il
riconoscimento da parte dell’Unione Europea tanto del potenziale che la tecnologia
blockchain porta con sé
, quanto della necessità di provvedere a tutte le sfide che questo
nuovo mercato impone: sicurezza, tutela dei consumatori, protezione degli investitori,
stabilità dei mercati finanziari.
Insomma, l’UE incoraggia un ecosistema digitale innovativo e competitivo, responsabile e
sostenibile.

La tutela dei consumatori e del mercato finanziario delle criptovalute
La creazione di uno spazio regolamentato a livello europeo, all’interno del quale i consumatori
sono protetti e il mercato è integro e stabile, è solo il primo dei passi promossi dal MiCA.
Attraverso le linee dettate dal regolamento europeo si definiscono tutte le regole necessarie
a prevenire abusi sui mercati delle criptovalute; non sono, insomma, più possibili quelle
manipolazioni del mercato che tante crisi hanno causato negli ultimi anni ai consumatori di
criptovalute
. Si evitano, grazie a questo regolamento, i rischi dovuti ai fallimenti di progetti come
quelli che hanno coinvolto FTX, Terra Luna, Celsius e Voyager. Ora, giocare nei casino online
che accettano pagamenti in criptovalute è ancora più sicuro, per tutti.
In base al regolamento, poi, i CASP, crypto-asset services provider, ovvero gli operatori
finanziari che forniscono portafogli ed exchange di cripto-asset ai cittadini dell’Unione Europea,
devono avere sede nella stessa UE. Sulla loro attività – non ultima la pubblicazione dell’impatto
ambientale dei cripto-asset offerti – vigilano le competenti autorità nazionali.

Il trasferimento delle criptovalute secondo la nuova normativa
Ogni CASP, prima di poter operare, deve comparire nel registro centrale dell’Autorità europea
degli strumenti finanziari e dei mercati (ESMA) e ricevere regolare autorizzazione. Ogni

trasferimento di fondi cripto-asset deve portare con sé informazioni sia sul mittente, sia sul
beneficiario.
Più nel dettaglio, le monete stabili sotto forma di Asset-Referenced Token (ART) rispondono a
norme specifiche e stringenti (stabilite dall’autorità bancaria europea EBA) e richiedono
un’autorizzazione.
Nel caso dei token di moneta elettronica (EMT), questi possono essere offerti solo da istituti di
credito e istituti di moneta elettronica autorizzati in base ai regolamenti in vigore nell’UE; fanno
eccezione quei trasferimenti di valore medio in circolazione inferiore ai 5 mila euro che siano
rivolti ad investitori qualificati.

Le autorità di vigilanza in Italia
Il D.Lgs 129/2024, entrato in vigore il 14 settembre di quest’anno, definisce le autorità incaricate
della vigilanza, le sanzioni per chi trasgredisca alle norme che disciplinano il mercato delle
criptovalute e le norme di coordinamento.
Il decreto, nel recepire il regolamento europeo, attribuisce alla Banca d’Italia la sorveglianza sul
sistema dei pagamenti, mentre individua nell’istituto di via Nazionale e nella CONSOB
(Commissione nazionale per la società e la borsa) gli enti autorizzati a definire le norme
tecniche di regolamentazione e di attuazione del regolamento stesso.
La CONSOB è il referente per la comunicazione e la cooperazione amministrativa con l’Autorità
europea degli strumenti finanziari e dei mercati (AESFEM) e con le autorità competenti degli
altri paesi membri dell’Unione Europea.
Parallelamente, la Banca d’Italia è il referente per comunicazione e cooperazione
amministrativa con ABE, Autorità bancaria europea, e con le banche centrali degli altri paesi
UE.
In termini pratici, CONSOB e Banca d’Italia hanno ampio margine di manovra nel richiedere
informazioni e nell’effettuare verifiche, ispezioni e audizioni personali; dispongono, inoltre,
dell’autorità di emettere ulteriori norme attuative del decreto, al fine di adeguare il sistema
italiano a quello degli altri paesi europei.

Emissione di criptovalute, autorizzazioni e sanzioni delle violazioni
In base al Decreto e al MiCA, le due autorità sono competenti per l’autorizzazione
all’emissione, all’offerta al pubblico e alla richiesta di autorizzazione alla negoziazione dei
token
, sia moneta elettronica EMT, sia stabecoin ART. Sono sempre loro ad approvare i
whitepaper, ovvero i prospetti informativi sulla criptovaluta.
Quanto abbiamo visto riguarda i token rientranti nell’ambito di applicazione del MiCA; per le
altre tipologie di strumenti del mercato delle criptovalute, l’autorità competente è la CONSOB.
Come già accennato, i CASP devono essere autorizzati dalla CONSOB; ed è la stessa
Commissione a vigilare sulla trasparenza, sulla correttezza delle operazioni, sullo svolgimento
delle negoziazioni e sulla tutela dei consumatori.
Nel decreto attuativo, non mancano ovviamente le sanzioni per chi non rispetti le prescrizioni
del regolamento. Chi, sprovvisto di autorizzazione CASP, operi nel mercato delle criptovalute
incorre in un reato penale, punito con una reclusione da sei mesi a quattro anni e con
un’ammenda fino a 10 mila euro.
Le violazioni delle disposizioni del MiCA individuano un illecito amministrativo e le sanzioni
possono arrivare fino a 15 milioni di euro o più, se calcolate come percentuali del fatturato
annuo.

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