In termini di incidenza di nuove diagnosi HIV, il Lazio nel 2023 si colloca al di sopra dell’incidenza nazionale che è di 4,0. L’83.8% delle nuove diagnosi è attribuibile alla trasmissione sessuale: 40% in Msm (uomini che hanno rapporti sessuali con altri uomini), 43.6% in persone che riferivano rapporti eterosessuali (22,8% uomini e 20.8% donne). Il 57,5% delle diagnosi è avvenuta tardivamente.
Inoltre, quasi la metà delle persone con nuova diagnosi HIV ha eseguito il test per presenza di sintomi correlati alla malattia (47,2%).
Per il dr. Francesco Vairo, direttore del Seresmi, “Il dato della Regione Lazio riflette quello nazionale, con un aumento delle nuove diagnosi rispetto agli anni della pandemia da Covid-19. Va detto comunque che il dato regionale di aumento dell’ incidenza di nuove notifiche, alla luce del netto aumento di diagnosi precoci dal 9% al 14%, va anche interpretato come il risultato di una politica di ampia offerta del test HIV, sia nei centri clinici che negli ambulatori del territorio che nei centri community-based, al fine di far emergere il sommerso delle infezioni non diagnosticate che rappresenta uno degli aspetti critici di questa fase della epidemia da HIV”.
Per il dr. Andrea Antinori, direttore del Dipartimento clinico e della UOC Immunodeficienze virali dello Spallanzani, “I dati epidemiologici del 2023 sull’infezione da HIV in Regione Lazio confermano che la sfida non è finita ma richiede ancora maggiori sforzi. Il numero delle nuove diagnosi è ritornato ai livelli precedenti la pandemia. C’è bisogno di intensificare le iniziative sulla prevenzione, in primo luogo l’aumento delle persone a rischio inserite nei programmi di profilassi pre-esposizione (PrEP), al fine di proteggere chi è potenzialmente esposto al contagio. Questo va fatto attraverso una diffusione capillare di offerta di profilassi e test, anche fuori dall’ospedale, negli ambulatori del territorio, nei checkpoint delle associazioni e nei centri dove vengono gestite e accolte le persone ad alta fragilità sociale che rappresentano una delle popolazioni chiave più a rischio”.
Il report è consultabile integralmente sul sito: https://www.inmi.it/seresmi/ nella sezione “Report”