“Il termine dell’approvazione in consiglio comunale del rendiconto dell’anno 2016 è scaduto il 30 di aprile e l’amministrazione Coletta naufraga nella tanto decantata trasparenza e legalità che a fatica viene rispettata dal Sindaco e dalla sua maggioranza”.
A puntare il dito sono ancora una volta i capigruppo consiliari di Fratelli D’Italia, Cuori Italiani e Lista Calvi, Nicola Calandrini, Raimondo Tiero e Alessandro Calvi. Non piace ai gruppi di minoranza il metodo messo in atto e soprattutto l’uso che si fa della trasparenza in Comune quando ad investire è proprio LBC ed i suoi consiglieri.
“Il rendiconto dell’esercizio finanziario dell’anno precedente – dicono i tre capigruppo – ha una data certa ogni anno: 30 aprile. Non si può fare sempre finta di nulla e soprattutto eludere le norme con la disinvoltura che anima questa amministrazione. Non hanno avuto neanche l’onestà intellettuale ieri (durante la commissione bilancio) di ammettere il ritardo in cui erano incorsi. Non ci stiamo perché fanno della trasparenza e della legalità il principio ed il fondamento delle loro battaglie contro le passate amministrazioni, poi se ne fregano abbondantemente di rispettare termini e procedure quando le stesse norme investono questa maggioranza”.
Lo schema di rendiconto, infatti, è stato approvato in giunta a metà aprile e il parere dei revisori dei conti che completa l’iter è arrivato solo il 26 aprile. Da quella data decorrono i 20 giorni a disposizione dei consiglieri per leggere gli atti e documentarsi sul lavoro svolto e pertanto il consiglio si potrà tenere non prima del prossimo 17 maggio.
“Sapevano e conoscevano bene i termini di approvazione, come dovevano sapere e conoscere bene i tempi di deposito del parere dei revisori dei conti ai fini dell’esame da parte dei consiglieri – spiegano Calandrini, Tiero e Calvi – Hanno abbondantemente superato i termini ed eluso, per l’ennesima volta, le norme che governano gli enti locali. Non possiamo sempre fare finta di nulla davanti a questi atteggiamenti cosi superficiali, arroganti e prevaricanti. Infatti, la commissione si è riunita per l’esame ieri 2 maggio già oltre i termini di approvazione in consiglio comunale previsti per il 30 aprile”.
Altro aspetto da stigmatizzare per la minoranza sono le riunioni di consiglio comunale. I tre consiglieri, infatti, lamentano uno scarso interesse a convocarlo e a riportare nella sede consigliare il dibattito sulle scelte di sviluppo della città. L’ultimo consiglio comunale infatti si è svolto più di un mese fa, il 29 di marzo scorso con l’approvazione del bilancio di previsione.
“Sono restii a venire in consiglio – dicono i tre capigruppo – non vogliono assolutamente portare all’attenzione dell’assemblea le scelte amministrative e politiche sulla città di Latina. Ricordiamo a questi signori che il luogo in cui si discute e ci si confronta è l’aula consiliare e le commissioni consiliari. Se ne convocano sempre meno perché non hanno il coraggio di confrontarsi e soprattutto c’è un disegno preciso di voler relegare il dibattito politico della nostra città all’angolo, al fine di agire in tutta libertà. Proprio per queste ragioni abbiamo depositato due settimane fa una mozione che riduce le indennità ed i gettoni di presenza del 10%. A questo gioco non ci stiamo – concludono Calandrini, Tiero e Calvi – è rivendichiamo il ruolo della politica per cui ci siamo candidati e siamo stati eletti. Più al ruolo della politica per il governo del territorio, l’amministrazione Coletta ha avviato la politica “del fai da te” con tanti cittadini che stanno sopperendo alle competenze proprie del comune”.