“Ci spiace vedere tante urla di gioia al no ufficiale al progetto Paguro. Ma ci dispiace non tanto per la bocciatura del progetto, quanto perché a festeggiare sono delle mosche cocchiere che non comprendono di essere state semplicemente strumentalizzate per fini del tutto diversi”. Questo il commento di Fabio Altissimi, patron di Paguro, alla notizia diffusa nel pomeriggio di ieri dalla Regione Lazio che ha detto no alla discarica che il gruppo avrebbe voluto far sorgere nella zona di La Cogna ad Aprilia.
Secondo Fabio Altissimi, chi festeggerà davvero questa decisione probabilmente non è neppure la politica: “Mi dispiace che alcuni comitati abbiano creduto di trainare il carro e invece, come la proverbiale mosca, siano soltanto sedute sul muso del cavallo. Credo però che a giovarsene di tutto questo non sia nemmeno la politica in termini di ritorno di voti elettorali. Di fatto chi ne trarrà vantaggio è l’oligopolio che gestisce nel Lazio, da più di mezzo secolo, il business dei rifiuti e che vede nelle mega discariche la sua più grande fonte di guadagno. Perché almeno di non volerci raccontare favole appare chiaro come ogni provincia debba avere la propria discarica e come nel Lazio di discariche non ce ne siano più. Almeno che, lo ripetiamo da mesi, non trovi applicazione la delibera 199/2016 che prevede l’ampliamento delle discariche già stracolme che guarda caso appartengono sempre agli stessi imprenditori. Va bene l’ebrezza della vittoria ma forse è arrivato il momento di guardare oltre il proprio naso e avere una visione d’insieme. Chi ci ha guadagnato dal no a questo progetto? L’ambiente che vede un’area molto estesa ancora inquinata da rifiuti interrati illegalmente? I cittadini che pagano una Tari elevatissima con i rifiuti trasportati anche fuori regione? La politica che dovrà rispondere della mancata bonifica su numerosi siti della zona? O chi gestisce le discariche?”
Se il no al progetto non ha colto di sorpresa i vertici della società in quanto già annunciato quattro mesi fa, infatti, le domande senza risposta rimangono diverse. “La discarica spaventava per il suo impatto ambientale – spiega Altissimi – perfetto. Ma ora che la campagna elettorale si avvicina, i politici che hanno cavalcato l’onda come intendono risolvere il problema inquinamento? Oppure questo tema, irrisolto da trent’anni, verrà sottaciuto nei prossimi mesi? I cittadini devono sapere che l’acqua che scorre sotto la Cogna è nera perché inquinata, devono sapere che per bonificare tutte le aree oggetto di sversamento illegale di rifiuti nel solo territorio apriliano ci vorranno circa 400 milioni di euro e devono sapere che a oggi né Regione né Comune hanno messo a bilancio i fondi per provvedere al ripristino della salubrità dei luoghi. Bonifiche che noi chiederemo con tutti i mezzi legali a nostra disposizione”.
Nulla da dire sui motivi tecnici che hanno portato alla bocciatura: “Non è questa la sede” taglia corto Altissimi che però annuncia ricorso al Tar contro la decisione della Regione.