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“A Scuola di Poesia”: oggi a Sezze la conferenza del professor Rino Caputo.

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“A Scuola di Poesia”: oggi pomeriggio a Sezze, presso l’aula Magna dell’Istituto Pacifici e De Magistris, – nell’ambito del progetto “Il tempo di leggere” – è in programma la conferenza di Rino Caputo, Professore ordinario di Letteratura Italiana dell’Università di Roma Tor Vergata. Con gli studenti e con il pubblico, a partire dalle 17.00, si parlerà dell’influenza femminile sulla letteratura e sull’arte.

Il Progetto “Il tempo di leggere” all’ISSIS di Sezze, è un’iniziativa ideata in collaborazione da Monica Toti e Marco Miele, rispettivamente docente ed ex studente del “Pacifici e de Magistris” e fortemente sostenuta dalla Dirigente Anna Giorgi, con il patrocinio del Centro Studi Semata. Alla sua seconda edizione, Il Progetto propone quest’anno come tema portante L’influenza delle donne sulla letteratura e sull’arte.

L’incontro di oggi è aperto non solo al pubblico degli studenti, ma a chiunque nutra la passione della lettura e abbia il piacere di condividerla.

L’amore che salva Dante e Beatrice: è il titolo. Relatore Rino Caputo, Professore ordinario di Letteratura Italiana dell’Università di Roma Tor Vergata.

Autore di numerosi pluriennali contributi di ricerca, saggi e volumi su Dante, Petrarca, Manzoni e Pirandello. Membro ordinario dell’Arcadia, della Dante Society of America e del Centro Nazionale di Studi Leopardiani, Caputo ha ricevuto nel 2018 il “Premio internazionale Pirandello”.

Ha svolto lezioni e seminari oltre che in vari Atenei italiani, nelle principali Università europee e nordamericane.

Da sempre instancabile sostenitore di una didattica attenta alle esigenze più nuove dei giovani studenti, Caputo affianca alla sua attività di docenza e di ricerca, conferenze, convegni e occasioni come quella di venerdì, nelle quali la lettura viene riscoperta come valore irrinunciabile, fonte di arricchimento personale e sociale.

In un’epoca tanto distratta e fin troppo spesso insensibile all’altro, si dia voce alla “gentilezza”, alla lezione delle parole di profonda umanità che Dante e i poeti delle origini hanno inventato per noi.

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