“Quanto sta accadendo in queste ultime settimane mi costringe a tornare a parlare di Acqualatina. La provincia di Latina, come il resto del Paese, è alle prese con un’enorme crisi economica generata dall’emergenza coronavirus, le famiglie sono in difficoltà e da parte della società che gestisce il servizio idrico non c’è un minimo di tolleranza per chi ha enormi problemi a pagare le bollette. A fronte di tale rigore proseguono però da Acqualatina anche i troppi disservizi e gli investimenti su cui non c’è un minimo di chiarezza. Per tali ragioni ho chiesto l’intervento del ministro dell’ambiente Sergio Costa, presentando un’interrogazione indirizzata a lui e al ministro della salute Roberto Speranza. Episodi di disalimentazione, o comunque di recapito di decreti ingiuntivi, in base a quanto rappresentato in un esposto inviato all’Arera dall’organismo tutela utenti e consumatori-Egato 4 Latina, che racchiude le sezioni locali di diverse associazioni dei consumatori nazionali, si sarebbero infatti verificati. Senza contare che il servizio di front office sta andando avanti in smart working e la riapertura al pubblico degli sportelli è stata prevista dal 3 agosto in modalità ridotte e solo su prenotazione, con forte ritardo rispetto alla maggioranza degli uffici pubblici e creando notevoli difficoltà alle persone anziane. Nonostante l’invito di alcuni sindaci ad investire prioritariamente nella rete idrica, che risulta tra le più disastrate d’Italia, e sulle sorgenti esistenti, Acqualatina continua infine ad investire in nuovi collegamenti con sorgenti distanti anche molti chilometri rispetto alla destinazione finale del flusso idrico e alla ricerca di nuovi pozzi di dubbia utilità. Costa deve intervenire. Va garantito un servizio indispensabile per la vita umana, considerando anche che la stessa Acqualatina ha fruito dei fondi statali erogati per l’emergenza idrica del 2017”. A dichiararlo Raffaele Trano, membro della Commissione finanze alla Camera.