Aggressione omofoba sull’isola di Ponza: una 34enne schiaffeggiata e spintonata per un bacio in strada alla sua ragazza. E’ quanto avvenuto il giorno di Ferragosto sull’isola pontina, per mano di uno sconosciuto che si era infastidito per le effusioni in pubblico delle due turiste, una 34enne napoletana e la sua compagna italo-cubana, entrambe trapiantate a Roma, che stavano passeggiando mano nella mano. La prima è finita al pronto soccorso dell’ospedale “San Giovanni di Dio” di Fondi e ne è uscita con una prognosi di 7 giorni. La vicenda è stata raccontata questa mattina sulle pagine de Il Messaggero. L’aggressione è stata formalmente denunciata, con un esposto, ai Carabinieri di stanza sull’isola. Vicinanza e solidarietà alle due ragazze è stata espressa dall’associazione Agedo Basso Lazio e dall’associazione Arci Pata Pata che sottolineano quanto sia “fondamentale, per arginare questo tipo di aggressioni, l’impegno congiunto delle istituzioni e della società civile”.
“Leggiamo in cronaca della turista vittima di un’aggressione con movente lesbofobico durante la sera di Ferragosto a Sperlonga. Insulti e spinte che hanno reso necessarie le cure del Pronto Soccorso ‘San Giovanni di Dio’ di Fondi. E’ inaccettabile – scrivono Roberta Mesiti (Rappresentante legale Agedo Basso Lazio OdV) e Daniela Ottaviano (Rappresentante legale Pata Pata Arci Aps) – che qualcuno si senta legittimato ad aggredire verbalmente e fisicamente una donna perché passeggia tenendo per mano un’altra donna.
Desideriamo esprimere la nostra vicinanza e la nostra solidarietà alla vittima di queste violenze.
Confidiamo nelle attività del Comando dei Carabinieri di Sperlonga che stanno svolgendo le indagini.
Riconosciamo con rammarico che le aggressioni con movente omofobico, lesbofobico, bifobico, transfobico nel nostro Paese non sono previste nella loro specificità dal nostro ordinamento per una precisa scelta politica, confermata anche durante l’ultima legislatura con l’affossamento del ddl Zan.
Per arginare questo tipo di aggressioni è fondamentale l’impegno congiunto delle istituzioni e della società civile per educare al rispetto tutte e tutti.
In questi giorni di campagna elettorale sentiamo di evidenziare l’importanza di un linguaggio rispettoso, dal dibattito politico all’uso dei social: descrivere l’Altro (o l’Altra) come nemico o pericoloso mette a rischio la coesione sociale e alimenta gli episodi di intolleranza”.