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Al Museo “Manzù” di Ardea un convegno sulla riprogettazione di Piazza Roma ad Aprilia e la mostra “Aleardo Nardinocchi. Paesaggi”.

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Al Museo “Manzù” di Ardea questo sabato 4 Novembre alle 16.30 si terrà il convegno “…di nome ‘Roma’, una piazza di Aprilia nel contesto storico-artistico degli anni ‘70” e l’inaugurazione (alle 16.00) della mostra “Aleardo Nardinocchi. Paesaggi” – architetto e pittore apriliano prematuramente scomparso – che si potrà poi visitare sino al prossimo 19 Novembre. Il convegno intende analizzare – alla luce del contesto storico, artistico e architettonico degli anni ’70 – la riprogettazione, allora avvenuta, di Piazza Roma ad Aprilia, risalente nella precedente edizione agli anni Trenta. L’ingresso è libero fino ad esaurimento posti.

Il Museo Giacomo Manzù di Ardea, lo ricordiamo, appartiene alla Direzione regionale Musei Lazio del Ministero della cultura.

Il convegno, al quale intervengono Stefano Petrocchi, Maria Sole Cardulli, Lanfranco Principi, Marco Moroni, Federica Calandro, Elisa Dellarossa, Brigida Mascitti, Simona Zecchi, Dora Nevi, Roberto Nardinocchi, Tiziana Marinelli, intende analizzare, alla luce del contesto storico, artistico e architettonico degli anni Settanta, la riprogettazione, allora avvenuta, di Piazza Roma ad Aprilia, risalente nella precedente edizione agli anni Trenta. Si tratta dello stesso giro di anni nei quali il Museo Giacomo Manzù vedeva la luce.

Lo stesso giorno il museo inaugura la mostra correlata Aleardo Nardinocchi. Paesaggi, a cura di Federica Calandro, Maria Sole Cardulli, Francesca Nardinocchi e Roberto Nardinocchi, con l’allestimento di Delfini Group e Roberto Nardinocchi, e fotografie di Ermanno Puccetti.

Aleardo Nardinocchi (1974-2015), architetto e pittore prematuramente scomparso, è artefice del progetto di un basamento “galleggiante” nella fontana di piazza Roma ad Aprilia per una scultura di Umberto Mastroianni. Nelle sue opere, che muovono da un gusto espressionista che risente del clima degli anni Ottanta del Novecento, attraverso la tradizione romana, da Forma 1 alla Scuola di Piazza del Popolo, il paesaggio pontino è riletto dallo sguardo dell’architetto in una densa meditazione sullo spazio che è protagonista della sua produzione.

Con il convegno e la mostra il Museo realizza le sue missioni, che si affiancano alla valorizzazione dell’opera di Giacomo Manzù, di centro di interpretazione del territorio e di promozione dell’arte contemporanea, in linea con la scelta del Maestro che volle il suo museo ad Ardea.

Museo Giacomo Manzù,

Via Laurentina km 32

00040 Ardea (Rm), 06.913.5022 – drm-laz.mumanzu@cultura.gov.it

https://www.facebook.com/museoGiacomoManzu

IL MUSEO GIACOMO MANZÙ

Dedicato allo scultore Giacomo Manzù, il museo, che ospita le opere donate dall’artista allo Stato italiano, fu aperto al pubblico nel 1981.

La Raccolta Amici di Manzù fu inizialmente ideata nel 1965 dalla moglie dell’artista, Inge Schabel, affiancata dal Comitato Amici di Manzù (di cui facevano parte, tra gli altri, Cesare Brandi e Alexandre Rosenberg). Il cantiere architettonico ebbe inizio nel 1967, mentre la Raccolta venne inaugurata ufficialmente nel 1969.

Il museo, che ha sede nell’edificio voluto da Manzù stesso per la sua Raccolta, si trova sulla via Laurentina, sotto la rocca tufacea su cui sorge Ardea. Conserva un consistente nucleo di opere, tra le quali una novantina di sculture – quasi tutti bronzi, due grandi opere in ebano, una scultura in alabastro e un bassorilievo in stucco – oltre a timbri, medaglie e a una collezione di trecentotrenta opere grafiche, disegni, incisioni, bozzetti teatrali.

La ricchezza della collezione consente di apprezzare quella continua rimeditazione formale e contenutistica che caratterizza la produzione di Giacomo Manzù.La maggior parte delle opere riguarda il periodo della maturità del maestro, tra il 1950 e il 1970. Alcuni esemplari degli anni iniziali dell’artista, come il bassorilievo in bronzo Adamo ed Eva del 1929 o il David del 1939, si uniscono ai più noti Cardinali, dalla fine degli anni Cinquanta, e alle famose Crocefissioni, realizzate dal 1939 e proseguite nel dopoguerra. Le Porte di Salisburgo (1958) e di Rotterdam (1968) sono rappresentate da due bozzetti, mentre di quelle di San Pietro (1964) si possono vedere le borchie con i simboli degli animali dorati, il pannello in bronzo della Morte per violenza, che riprende l’iconografia della Morte del partigiano, e uno della Morte di Papa Giovanni. Più recenti creazioni degli anni Ottanta, come il Cestino di frutta, evidente omaggio a Caravaggio, confermano la sempre più raffinata tecnica raggiunta dall’artista. Dal 1954, anno dell’incontro di Giacomo Manzù con Inge Schabel, il tema del pittore e della modella si viene ad intrecciare con l’immagine della donna sua futura moglie e quasi unica musa. Alle grandi sculture degli Amanti, si unisce il tema del gioco e della gioia nella serie di Giulia e Mileto in carrozza, ispirata agli affetti familiari, realizzata dopo la nascita dei due figli.

È costituito da due grandi sale che ospitano sezioni tematiche. L’attuale ordinamento risponde all’esigenza di tracciare un percorso unitario articolato in sezioni tematiche che illustrano, da una parte, lo sviluppo della personalità dell’artista e, dall’altra, le scelte e gli orientamenti generali della sua produzione.

L’artista Aleardo Nardinocchi

Il Paesaggio del costruito che ci interessa fa parte di meccanismi e di combinazioni. Sinergie rivelate da una connessione, allusioni e riferimenti compresi tra arte astratta e territorio stesso, confine sottilissimo e impercettibile. A. Nardinocchi

Aleardo Nardinocchi (1974-2015) è stato un architetto e pittore, oltre che docente presso l’Università degli Studi Roma Tre.

A partire dal 2000 ha partecipato a diverse esposizioni con i suoi progetti e le sue opere pittoriche, fra Roma, Aprilia, Milano. Nel 2003, presso la Sala Manzù della Biblioteca Comunale di Aprilia si è tenuta una sua personale. Ha preso parte a manifestazioni quale la Seconda Biennale Europea sul Paesaggio e il concorso bandito da Il Sole 24ore “I nuovi segni”. Una sua opera è presente nella collezione d’arte contemporanea della Farnesina.Suo è il progetto di un basamento “galleggiante” nella fontana di piazza Roma ad Aprilia per una scultura di Umberto Mastroianni.

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