Al Teatro Bernini di Ariccia, in Piazza San Nicola, domani sera alle 21.00, ci sarà il concerto dei “Progressive Crew”. E’ gradita la prenotazione. La formazione è composta da Giuseppe Dello Sbarba (basso e chitarra), Fabrizio Fattorini (chitarra, flauto, basso e voce), Ludovico Petrucci (voce solista), Fabio Ricci (tastiere, chitarra e voce), Enrico Spagnoli (batteria e percussioni e chitarra).
Il biglietto ha un costo di 10 euro (ridotto 8 euro) ed è gradita la prenotazione.
Per informazioni su tutti gli eventi e per le prenotazioni è attivo il numero 328 3338669 o ci si può rivolgere all’email preno@arteideaeventieservizi.it.
Intanto, è andato agli archivi con un grande successo il primo appuntamento di marzo: la poliedrica Sara Alzetta ha conquistato il “Bernini” con “La Maria Farrar””.
Una storia tragica e toccante, un’interprete straordinaria in simbiosi con la vicenda narrata, una sedia e un teatro silenzioso pronto a sciogliersi dalle emozioni. Si può sintetizzare così la domenica del “Bernini” di Ariccia, che ha ospitato “La Maria Farrar” di Manlio Marinelli interpretata dalla poliedrica e ipnotica Sara Alzetta. L’evento, all’interno della programmazione ideata dalla Cooperativa Arteidea Eventi e Servizi – sotto la direzione artistica di Giacomo Zito e con il contributo del Comune di Ariccia – ha lasciato il segno nel cuore degli spettatori che hanno gremito la platea del Teatro.
Un modo di onorare al meglio la Giornata Internazionale dei Diritti delle Donne con un’esibizione che ha posto l’accento, nel modo giusto e senza retorica, su un caso particolare di condizione femminile. Maria Farrar colpisce l’attenzione di Bertolt Brecht, alla cui vicenda dedica versi bellissimi (“Il figlio somigliava a tutti gli altri. / Ma lei non era come le altre madri”) e cattura l’immaginazione di Manlio Marinelli. Il testo, inizialmente scritto in siciliano, si trasforma grazie a Sara Alzetta in una Babele di accenti che rende giustizia a tutti gli idiomi d’Italia.
La multiforme capacità espressiva e vocale dell’attrice ha consentito agli spettatori di osservare e conoscere più personaggi, peraltro con una rapidità esecutiva impressionante. Quando la storia è forte, e l’interprete coinvolta e coinvolgente, l’effetto del teatro è potenziato. Maria Farrar, infanticida rinchiusa in carcere e che per il suo crimine viene uccisa dalle altre detenute, è dipinta come una ragazza fragile e arresa, ma nonostante la tragicità di base dell’intera narrazione Sara Alzetta riesce a stemperare con delle incursioni grottesche e farsesche che alleggeriscono la pressione emotiva dello spettacolo. Una storia terribile che segna, quindi, ed è questa la netta sensazione condivisa dal pubblico del “Bernini” al termine di una serata impegnativa ma in fondo necessaria per sfuggire alla banalità del quotidiano e comprendere, invece, la banalità del tragico.