Gentilissimo Dottor Parente, La ringrazio molto per l’attenzione, l’affetto e la stima che la Città di Anzio ha mostrato nei miei confronti tramite il Sindaco, Candido De Angelis. Accolgo con entusiasmo la Vostra proposta e quindi può riferire al Sindaco che sarò presente in un giorno che dovremo stabilire verso la fine di agosto”.
E’ l’inizio della nota con la quale il regista, attore e grande artista italiano, Carlo Verdone, con entusiasmo, accoglie l’importante onorificenza proposta dal Sindaco di Anzio, Candido De Angelis: venerdì 30 agosto, alle ore 16.00, a Villa Corsini Sarsina, Carlo Verdone sarà presente, in Consiglio Comunale, per ricevere dal Sindaco De Angelis la Cittadinanza Onoraria di Anzio.
Per espressa volontà dell’Artista, lo stesso giorno, alle ore 21.00, sul palco del teatro all’aperto di Villa Adele, è previsto l’atteso incontro con i Cittadini di Anzio che, nel corso dei suoi 40 anni di luminosa carriera cinematografica, iniziata con il film “Un Sacco Bello” del 1980, lo hanno sempre seguito ed ammirato, proprio per questo suo forte legame familiare e d’amore con la cittadina della sua giovinezza, dalla quale ha tratto ispirazione per i suoi capolavori.
“Caro Carlo, è con grande piacere che mi pregio di scriverle, con senso di profonda gratitudine, per tutte le volte in cui, – scrive il Sindaco De Angelis nella sua sentita lettera – con una sua frase o scena di un film, ha omaggiato Anzio, Città che mi ha visto nascere, scenario della mia e della sua gioventù. Oggi, nell’ambito di un progetto rivolto ad onorare personaggi illustri, fortemente legati a questo territorio, in virtù dell’amore di Anzio nei suoi riguardi e delle sue radici familiari nella nostra Città, set a cielo aperto di colossal che hanno fatto la storia del cinema, sarei orgoglioso di conferirle la Cittadinanza Onoraria. Esprimendole, ancora una volta, il mio compiacimento per il suo album di ricordi portodanzesi, Le invio un caloroso saluto a nome di tutta la Città di Anzio”.
Alla nota del Sindaco, Candido De Angelis, è seguita l’immediata risposta di un entusiasta Carlo Verdone e l’apertura dei rapporti istituzionali, con il dott. Bruno Parente, responsabile del progetto, che hanno portato alla definizione di massima del programma relativo alla Cittadinanza Onoraria ad un regista ed attore che ha segnato un’epoca del Cinema Italiano.
L’amore di Verdone per la “sua Anzio”, traspare all’interno di sceneggiature, di interviste e nel suo personale album di ricordi. Ecco alcuni suoi commenti, autentici, comici ed emozionanti, quando parla della Città:
“Anzio era tutto per me, il luogo del divertimento, delle emozioni, dei primi innamoramenti, della curiosità. Ero giovanissimo e già cominciavo ad alimentare quel bagaglio umano che avrei riversato nei miei film. L’imbranamento, il lato coatto della vita, l’imbarazzo dei timidi e gli atteggiamenti esagerati e magari un po’ volgari che vengono fuori quando stai al mare, al sole. Anzio era la comitiva, le ragazze, la musica beat, le feste nelle case sul mare, i Rolling Stones ascoltati dal juke-box della rotonda dove si andava con le cento lire per tre dischi da batticuore, la gelateria Mennella al porto, le gite in canotto, l’Arena dove i film erano impossibili, ma a noi ci facevano girare a mille, il mangiadischi di sera sulla spiaggia, i primi amori e le poesie struggenti che scrivevamo di notte sul diario”. (fonte La Repubblica)
“Ero ad Anzio, il mio luogo di villeggiatura nel 1968. Avevo i capelli, mi innamoravo spesso, ascoltavo Jimi Hendrix, avevo una vespa 50 truccata e mi sentivo felice, leggero. Andavo sempre al cinema all’aperto, fumavo di nascosto e per questo prendevo qualche sberla da mio padre. Ero un ragazzo normale e diventare attore era l’ultima cosa che avrei fatto». Carlo Verdone
“Quante cose di Anzio ho messo nei miei primi film, quanti dettagli di quello che poi sarebbe stato “il lato cafone” della vita. C’era l’entusiasmo, il gioco del pallone nell’ acqua, tiri in porte immaginarie, che puntualmente andavano a colpire la signora che si era appena spalmata la crema, il pensionato sul bagnasciuga. Noi facevamo gli strafichi e, quando arrivavano i più remissivi e ci chiedevano umilmente di fare il bagno con noi, li facevamo entrare in acqua, poi all’ improvviso, tornavamo di corsa sulla spiaggia e giù a lapidarli a colpi di palle di sabbia. I bulli appunto, quelli di – Un sacco bello, di Bianco, rosso e Verdone, quelli che tutti insieme mettono paura, ma da soli sono disperati, imbranati, innocui. Si andava anche per mare, sempre per zingarate”. (fonte La Repubblica)