In merito alla questione della tutela del territorio nord apriliano, sul riconoscimento della cosiddetta “campagna dell’agro romano”, intervengono i consiglieri comunali Roberto Boi e Francesca Renzi. “E’ opportuno fare alcune riflessioni. – Spiegano – La prima è emersa durante l’ultima seduta di commissione urbanistica. Chiunque è d’accordo a tutelare l’ambiente in cui si vive, sia per tornaconto della propria salute che per tramandare ai posteri le bellezze che madre natura e la storia ci regalano ogni giorno. Come non essere d’accordo nel difendere l’ambiente dagli speculatori del business rifiuti, megastrutture fotovoltaiche od altro. Per contrastare i furbetti, che in barba alla comunità devastano il territorio, ci sono molte leggi di settore ma non si capisce come mai spesso sono “applicate” solo contro il normale cittadino, mentre con gli speculatori sono a volte “interpretate”. Dunque che fare? Ecco l’idea di estendere il vincolo paesaggistico della Campagna Romana e spalmarlo sul nord Aprilia; idea con cui siamo fondamentalmente d’accordo, ma da un’analisi più approfondita, l’idea non esula da lasciare molti “morti per burocrazia” sul campo di battaglia. E’ vero che tale vincolo impedirebbe la proliferazione di impianti a discapito dei suddetti furbetti, ma è anche vero che per il resto della cittadinanza residente in loco, significherebbe un altro capestro burocratico per qualsiasi pratica si voglia intraprendere! Rappresenta lo “stop” anche dell’economia che gravita attorno ai piccoli artigiani dell’edilizia che con il nuovo vincolo dovrebbero trovare una difficile convivenza. C’è di più. Nell’area nord sono state presentate oltre 300 istanze dell’ultimo condono edilizio (2003/2004), ancora pendenti presso gli uffici comunali, ed in caso di apposizione del vincolo in questione, tali pratiche diverranno improcedibili si tratta comunque di piccoli abusi non speculativi, per i quali le famiglie hanno affrontato anche ingenti costi (è stata la sanatoria più onerosa) e che proprio in virtù della stessa norma di condono (Legge Regione Lazio n.12/2004) sono incompatibili con vincoli ambientali, anche se imposti dopo il 2004! Ed ancora, ad Aprilia abbiamo ben 3.200 c.d. “fabbricati fantasma”, scovati nell’ultimo decennio dal Catasto, il quale ha imposto ai proprietari il censimento. Questi edifici, o porzione di edifici, attendono ormai da tempo una sanatoria edilizia che non arriva (quelle fiscali sono più appetibili e meno ideologicamente impattanti); nel frattempo però pagano le tasse come edifici normali (IMU ed Irpef). Sicuramente una certa parte di tali edifici ricadono nelle aree che si vogliono vincolare, ed in caso di una nuova sanatoria, proprio per la stessa suddetta norma non potrebbero accedere alla regolarizzazione. I benpensanti direbbero “fatti loro, potevano pensarci prima di commettere il reato”, d’accordo, ma è anche giusto una volta identificati gli abusi non procedere con le demolizioni? ed anzi, si tengono in piedi facendo pagare pure le tasse! Ma aldilà degli “edifici fantasma”, ai proprietari che hanno faticato per pagare le sanatorie del 2004, chi glielo dirà che sono diventati soldi buttati?? L’appello va rivolto alla politica, stiamo vincendo su diversi fronti contro gli speculatori dell’ambiente; possibile non esista altro metodo o norma che permetta la tutela del paesaggio senza “uccidere burocraticamente” una parte della comunità apriliana?“
Aprilia, “Campagna dell’agro romano”. Boi e Renzi: “Decisione che creerebbe disagi a molti cittadini”
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