Passa, in Consiglio Comunale ad Aprilia, l’accordo transattivo sull’esproprio Salini: l’amministrazione pagherà alla società 2 milioni e 200 mila euro, in 5 anni, per una vicenda che risale al 1994. La prima tranche entro gennaio di circa 500 mila euro. L’accordo (dopo le difficoltà, i contrasti e i rinvii) ha il via libera. Restano però le tensioni nella maggioranza Terra.
L’accordo è stato approvato con 11 voti favorevoli, l’opposizione ha detto “no” in modo compatto, si sono astenuti invece i consiglieri di Piazza Civica e Aprilia Domani, parte della maggioranza.
Le critiche sono state diverse: “Si tratta di una somma troppo elevata per un esproprio che riguarda terreni non edificabili”, hanno ribadito più volte Roberto Boi, Vincenzo La Pegna e Giorgio Giusfredi dai banchi dell’opposizione. “Prendiamoci del tempo e studiamo meglio la vicenda con l’aiuto di un legale competente in materia”, è stata invece la proposta di Mauro Spallacci di Aprilia Domani.
“Rischiamo il pignoramento dei conti correnti per almeno 7 milioni di euro già dal primo gennaio – ha risposto il sindaco Terra – c’è una sentenza, si tornerà in aula per l’appello a giugno 2022, non possiamo rischiare così tanto. Ci stiamo battendo contro un colosso dell’edilizia. La macchina amministrativa rischia uno stop preoccupante. Anche io ritengo che la somma sia troppo alta, ma c’è stato un arbitrato su questa vicenda, non siamo noi a dettare le regole. Un esempio: per l’esproprio del Parco degli Alpini abbiamo pagato 500 mila euro”.
Forti contestazioni sono state rivolte al sindaco Terra anche sul metodo utilizzato per arrivare a prendere una decisione su questa vicenda: “L’iter è vergognoso – ha detto Roberto Boi (Lega)= – non ci sono stati forniti gli atti in tempo, io stesso ho dovuto studiare di notte e durante il Natale per poter capire cosa fare. Eppure sapevate tutto dal 25 settembre. Sia i consiglieri di maggioranza che di opposizione sono lasciati al di fuori di una questione così delicata, è vergognoso. Votare sì’ oggi significa compiere un salto nel buio”. Sulla stessa linea Vincenzo La Pegna (FdI): “Assurdo trattare i soldi dei cittadini in questo modo. Non è possibile votare un accordo del genere. State facendo terrorismo trovando come scusa un possibile pignoramento che non siamo certi avverrà”.
“Gestione disastrosa di questa vicenda – dice anche Giorgio Giusfredi di Aprilia in Azione – non pensavamo che la maggioranza potesse arrivare a tanto”.
A sostegno delle tesi del sindaco si sono schierarti apertamente i consiglieri Lombardi, Marchitti, Cola e Moroni: “Non possiamo rischiare di lasciare nell’oblio la città – ha detto la consigliera Lombardi – in ballo ci sono gli stipendi dei nostri dipendenti, il regolare funzionamento della Progetto Ambiente, insomma l’intera funzionalità della macchina amministrativa. Io non me la sento di voltare le spalle alla nostra città. Si tratta di una vicenda che si trascina da anni e che rischia di durare ancora se non facciamo qualcosa. E’ una scelta difficile – conclude – ma oggi dobbiamo prendere una posizione chiara e netta per impedire altre conseguenze”.
“Questa vicenda è stata trattata in modo superficiale – ha ribadito Mauro Spallacci di Aprilia Domani – abbiamo le possibilità di vincere in appello e di pagare cifre nettamente inferiori a quella che oggi ci state propinando con un accordo assurdo. Serve tempo per esaminare le carte, altri 15 giorni non avrebbe messo nessuno in difficoltà”.
La votazione finale: 11 si. 8 no: Vulcano, Lazzarini, Grammatico, La Pegna, Boi, Renzi, Zingaretti, Giusfredi.
Astenuti in 5: Iacoangeli, Petito, Diamante, Spallacci e Di Marcantonio. Assente Vincenzo Giovannini di Italia Viva.