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Aprilia, “I lavori all’ex Yale mettono a rischio la sorgente Reggia di Turno, istituzioni intervengano per tutela ambiente”

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Il Comitato Borghi Rurali Aprilia torna sulla vicenda ex Yale.

“Ci ritroviamo ancora una volta a dover scrivere per difendere il nostro territorio, l’ambiente, le acque, la nostra salute, la salute di tutti i cittadini. La foto (che abbiamo pubblicato ndr) rappresenta la sorgente “Reggia di Turno” (gentilmente fornita dalla famiglia Perotto), è il simbolo più rappresentativo della nostra comunità, una sorgente classificata come acqua termale che sgorga in una zona ricca di acque di qualità e purezza tali da spingere la regione anni or sono, a realizzare pozzi per il suo emungimento, pozzi ritenuti strategici per l’approvvigionamento dell’acqua. Ogni bene così prezioso va tutelato e preservato, per questo motivo sono posti per legge vincoli fortemente restrittivi, che sono tali nel momento in cui si sono individuati e realizzati i pozzi regionali. Stranamente però, solo da poco ne è stata riconosciuta ed esteso per l’intera zona a monte, questo grazie alla determinazione dei proprietari della fonte San Vincenzo, che nonostante le immense difficoltà, alla fine si sono visti riconoscere un diritto, che dovrebbe essere automatico.

Come comitato pensavamo che fosse tutto scongiurato, che fosse finito il pericolo di vedere deturpata la zona, invece no. Il sito ex Yale da quando si sono insediati i nuovi proprietari e gestori, parliamo dell’anno 2005 circa, è stata sempre al centro delle cronache negative: fallimenti, progetti sempre finiti nel nulla, finanziamenti spariti nel nulla ecc. ecc. Però questa volta si pensava che fosse la volta giusta, il progetto di realizzazione di un impianto per il confezionamento di saponi e detersivi, tanto che le premesse c’erano tutte. Come comitato siamo stati anche chiamati dal gestore del sito, Salvatore Graniglia, per essere rassicurati sulla bontà del progetto, su tutte le procedure di realizzazione dell’impianto proprio a tutela delle acque e dell’ambiente.

Però qualcosa non torna, se da una parte venivamo rassicurati, dall’altra la società che dovrebbe insediarsi, la IN. CHI. PLA che risulta essere il locatore finanziario dello stabilimento (ex Yale), presenta un ricorso urgente non solo per far togliere la vincolistica posta proprio a tutela del territorio e delle acque, ma vuole far chiudere direttamente la Fonte San Vincenzo con una motivazione delirante e al limite del volgare, in pratica visto che l’azienda San Vincenzo risulta essere piccola economicamente è stato uno sbaglio concederle le autorizzazioni.

Fermo restando che siamo tutti solidali nel difendere l’azienda San Vincenzo, ed è aberrante che ancora oggi ci siano situazioni in cui il grande, il grosso, il potente, si mangi il piccolino, e, come dicevamo, l’apertura o meno del pozzo al suo sfruttamento, nulla toglie al fatto della sua piena esistenza e la sua fondamentale strategica importanza, importanza che deve essere difesa e tutelata.

Da indiscrezioni abbiamo saputo che la società in questione la In.Chi.Pla. rifornisce il marchio ”Risparmio Casa”, non sappiamo se ciò corrisponde al vero, ma se fosse, siamo sicuri che anche loro sono della nostra stessa idea ovvero, prima di tutto, tuteliamo il nostro ambiente e salvaguardiamo le acque.

Per questo motivo facciamo un appello pubblico al presidente della regione Lazio, al presidente della provincia di Latina, ma soprattutto al sindaco di Aprilia Antonio Terra, quale primo cittadino, deve tutelare la sua popolazione, le persone che vengono minacciate da colossi finanziari il cui unico scopo è quello di speculare, sfruttare le risorse fino al loro esaurimento senza nessun rispetto per la natura. Vogliamo che venga messa fine una volta per tutte al continuo gioco allo sfruttamento di quella porzione di terra, ovvero il sito ex Yale, dove possa sorgere qualcosa che sia compatibile con i vincoli circostanti, con il verde e la natura, e venga posta fine a quella che noi definiamo speculazione pura e semplice

Ci auguriamo che le autorità competenti si attivino quanto prima, e si fermi la realizzazione di questo impianto, che con queste premesse, tutto fa tranne avere il rispetto per l’ambiente, per il nostro territorio e per noi cittadini”.

reggia di Turno
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