“Il progetto della Paguro osteggiato perché costava troppo poco, 45 euro a tonnellata contro i prezzi che arrivano a 95 euro delle discariche laziali. E ora si fanno due pesi e due misure e tutto tace”. A parlare è l’amministratore della società Rida Ambiente, Fabio Altissimi, al vertice del gruppo a cui appartiene la società “Paguro” che nell’estate del 2016 aveva presentato un progetto per un impianto da 1,2milioni di metri cubi.
“Due pesi e due misure ed inquietanti silenzi sulla vicenda del progetto per un impianto di discarica a Casalazzara in località Colli del Sole ad Aprilia. “Il nostro progetto – commenta Altissimi – è stato osteggiato per tutti i 474 giorni dell’iter di valutazione della Regione”.
Ma ora l’amministratore di Rida Ambiente è convinto che un altro progetto, molto simile al suo, presentato dalla società Ecosicura, “riconducibile – dice – ad imprenditori vicini ad arci-noti gruppi romani” non stia ricevendo lo stesso trattamento.
“Sebbene – fa notare Altissimi – il nostro progetto avrebbe permesso di bonificare un’area attualmente inquinata, mentre questo sarebbe ex-novo in una zona non adibita a discarica dal piano provinciale dei rifiuti, a differenza del progetto della Paguro.
Due pesi e due misure, quindi perché dalla scorsa estate – sottolinea – non dice nulla nessuno sulla discarica di Ecosicura a Casalazzara, un silenzio inquietante perché con la burocrazia regionale chi tace acconsente, ma a discapito di un progetto come il nostro che avrebbe fatto risparmiare ai cittadini oltre 4milioni di euro l’anno. Stai a vedere che il problema era che costavamo troppo poco?”.
La dichiarazione integrale di Fabio Altissimi:
“Siamo stati facili profeti quando abbiamo pronosticato un lungo silenzio sulla storia della discarica di Casalazzara. Oggi tacciono i politici strepitanti. Tacciono i giornalisti che si erano stracciati le vesti quando una società del nostro gruppo, la “Paguro” aveva presentato un progetto di discarica in località “La Cogna”. Una discarica che avrebbe permesso di bonificare un’area inquinata, che avrebbe fatto pagare meno ai cittadini.
Ogni anno il contribuente avrebbe risparmiato oltre quattro milioni di euro grazie alla tariffa che eravamo in grado di offrire, 45 euro a tonnelata contro gli oltre 80 euro della “normale” offerta delle discariche laziali. Il progetto della Paguro è stato osteggiato praticamente 24 ore su 24 per tutti i 474 giorni dell’interminabile iter di valutazione alla Regione Lazio da politici e stampa. Per quanto riguarda la Paguro, è pendente un ricorso al Tar in merito a quella procedura amministrativa.
Ma per quanto riguarda il progetto di discarica di Casalazzara dalla scorsa estate non si sente più fiatare nessuno. E’ un po’ imbarazzante che le priorità dei cittadini e il futuro di questo territorio siano sempre condizionati dai soliti interessi che hanno regnato sovrani per cinquant’anni e che ancora regnano, evidentemente. E ora tutto tace, ma è bene che i cittadini sappiano che con la burocrazia profonda che muove le leve del potere alla Regione Lazio il silenzio è peggio che non fare nulla.
E’ un vantaggio, perché “chi tace acconsente”, come si può leggere tra le pieghe delle norme e delle leggi regionali. Il silenzio della stampa e delle istituzioni su questo progetto tranquillizza solo chi ha in mente piani che non si possono condividere con nessuno e dovrebbe invece allarmare tutti gli altri. Non lo dice una azienda concorrente arrabbiata di fronte ad un diniego e trattata quasi da criminale. Lo dice chi questo sistema lo conosce, lo ha combattuto tante volte in tutte le sedi e che riconosce in questi silenzi qualcosa che dovrebbe allarmare tutti. Perché vai a vedere che il problema della Paguro era proprio il prezzo, 45 euro a tonnellata contro quelli ora vigenti nel Lazio.
Nel silenzio può succedere davvero di tutto, l’esperienza insegna. Può succedere anche che la Regione Lazio autorizzi un prezzo di ingresso ad una discarica (quella di Civitavecchia) a 95 euro tonnellata (avete capito bene, proprio novantacinque, contro i 45 della Paguro). Come avrebbero potuto giustificare una simile differenza di prezzo ai cittadini che pagano se non cospargendola di indignazione e chiacchiere spesso in malafede?