L’intervento dell’ ANPI di Aprilia, circolo Vittorio Arrigoni.
Per ben due volte Associazioni e Organizzazioni politiche di Aprilia hanno chiesto ai nostri Amministratori, rispettosamente, una spiegazione sul preoccupante (per noi) comportamento relativo alla partecipazione ufficiale (a nome di tutta la Citta’) del nostro vice – Sindaco Principi ad una rivisitazione celebrativa del ventennio fascista a Piana delle Orme il 29 Giugno scorso.
Abbiamo forse sbagliato ad Intrometterci in questioni che non ci riguardano? Abbiamo forse esagerato nel pretendere una risposta pubblica? E’ forse inesatta e priva di fondamento la circostanza che abbiamo denunciato? Nessuna risposta.
Sappiamo, pur senza essere giurisperiti, che la difesa in giudizio è “inviolabile”, garantita tra l’altro anche dalla nostra Costituzione (art.24). In America il diritto dell’”imputato” è regolamentato dal cosiddetto quinto emendamento. Siamo in uno Stato di diritto. l’”imputato” quindi , a fronte delle accuse a lui mosse compie delle scelte: rispondere o non rispondere, rispondere parzialmente, rispondere dicendo la verità, rispondere mentendo senza coinvolgere gli altri, rispondere mentendo coinvolgendo altri soggetti (codice di procedura penale), pur con dei limiti di carattere processuale. Ma questo, in giurisprudenza, come si sa, non significa rendere le cose più facili al criminale in modo che la possa scampare liscia: gli si garantisce, semplicemente, un processo giusto che – almeno si spera – si concluderà con una sentenza giusta.
Non vogliamo processare nessuno, per carità! E’ solo per capirci, per dire semplicemente che
la non risposta non assolve; il tempo che passa, in questo caso, non à “galantuomo”.
Anzi, alla vicenda che abbiamo voluto denunciare, si aggiunge un comportamento non solo inaccettabile ma, per noi, una sorta di aggravante: il silenzio, tra le tante possibili risposte, ci fa ritenere di non aver sbagliato nel porre la questione.
P.S. Deploriamo la vile l’aggressione razzista da parte di un apriliano al 37enne del Bangladesh a cui esprimiamo la nostra solidarietà. Segnaliamo sconcertati che, mentre la giustizia fa il suo corso, né dalla Comunità civile, né dalla Politica, né dalle Istituzioni è pervenuta, purtroppo, una nota di condanna per un fenomeno tanto odioso quanto reiterato che avvelena anche la nostra Città”.