Domenica 15 settembre, si celebra la Giornata internazionale della Democrazia. L’intervento del consigliere comunale di Aprilia Federico Cola.
Proclamata ufficialmente l’8 novembre 2007 per iniziativa dell’Assemblea Generale delle Nazioni Unite, la Giornata ci invita a riflettere sullo stato della democrazia, quale condizione imprenscindibile e valore universale comune. Tale condizione oggi è incontrovertibilmente messa a rischio da spinte intolleranti, egoistiche e condannata a vivere in un perenne stato febbrile. Non possiamo chiudere gli occhi davanti a problemi più grandi di noi; non possiamo tacere di fronte a pratiche che inneggiano, ancorché clandestinamente, ad un’incontrollata voglia di chiusura, di rifiuto e che ambiscono, senza un sano confronto, a storture incostituzionali o ancora di più a violare diritti umani. La Democrazia è una conquista faticosa, impareggiabile, un irriducibile gioco di confronto e scontro, ma che conduce sempre ad un epilogo, qualunque esso sia, condiviso. Le tragiche vicende del secolo scorso hanno confermato tale forma di governo come un sistema non certo perfetto, ma in grado di contribuire meglio alla pace, allo sviluppo sostenibile e all’affermazione dei fondamentali principi e diritti sanciti dalla Dichiarazione Universale dei Diritti Umani. L’esperienza ci conferma che, anche nei momenti di maggiore incertezza, dobbiamo adoperarci per far apprezzare questa condizione, ad ogni costo, con spirito di condivisione e partecipazione. Siamo una delle poche Nazioni al mondo che sa bene cosa significa uscire da pericolose spinte autoritarie, dove l’eguaglianza, la difesa delle minoranze e la tutela delle fasce più deboli non poteva trovare cittadinanza. É un sistema imperfetto, si, ma correggibile e solo attraverso la cooperazione di molti, di tutti, si può giungere ad un risultato concreto. È una sfida che noi tutti siamo chiamati ad affrontare. Nel privato, nel pubblico, di fronte a pochi e davanti a molti. Senza paure. Oggi più che mai siamo fieri di questo risultato e dobbiamo esseri grati di nascere e vivere in un Paese così culturalmente democratico. Ma questo irriducibile risultato, oggi come non mai, dobbiamo sapercelo mantenere, non come titolari di un potere che è nostro, ma come eredi di un sogno più grande da consegnare ai nostri posteri. Dobbiamo viverlo come un servizio, un impegno, di pochi al servizio di tanti. Ricordiamoci di essere cittadini sempre, perché l’unico modo di concretizzare questo sogno è impegnarci tutti consapevolmente.