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Aprilia – Loas, “Ancora in attesa dei risultati dell’indagine, di chi sono le responsabilità di quel rogo?”

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“Il diniego al rinnovo dell’autorizzazione alla Loas rende solo in parte giustizia ai cittadini di Aprilia che dal 9 agosto, fino allo spegnimento definitivo del rogo, hanno pagato con la propria salute la superficialità con la quale si è gestita una vicenda che, in questi dieci anni, presentava diverse perplessità sotto il profilo della legittimità amministrativa. Adesso ci auguriamo che le indagini della magistratura seguano il loro corso e mettano in luce le responsabilità di chi doveva vigilare e non l’ha fatto, di chi doveva intervenire ed ha invece atteso. Questa decisione, ci auguriamo, sia d’esempio per tante questioni, purtroppo analoghe, che affliggono il nostro territorio”.

Il Comitato Tutela dell’Ambiente e salute pubblica, l’ Associazione La Città degli Alberi e Andrea Ragusa, componenti il gruppo di lavoro costituitosi all’indomani dell’incendio che ha devastato l’impianto di smaltimento di rifiuti speciali non pericolosi di via della Cooperazione, esprime la propria soddisfazione sull’esito negativo della conferenza dei servizi indetta dalla Provincia di Latina, chiamata a pronunciarsi sulla possibilità dell’impresa di ottenere il rinnovo dell’Autorizzazione Unica Ambientale. Lo stesso gruppo ha inviato il 22 ottobre al Settore ambiente e rifiuti della Provincia di Latina, alla Direzione urbanistica e rifiuti della Regione Lazio, al sindaco di Aprilia, all’Arpa, ai Vigili del Fuoco e per conoscenza alla Procura della Repubblica un dettagliato resoconto sugli atti amministrativi che hanno riguardato l’azienda, a partire dalla sua nascita fino al recente rogo, che ha sprigionato diossina e altre sostanze inquinanti nell’atmosfera.

“Siamo soddisfatti ed orgogliosi per l’esito della conferenza dei servizi – scrivono nella nota congiunta il Comitato Tutela dell’Ambiente e salute pubblica, l’ Associazione La Città degli Alberi e Andrea Ragusa – abbiamo visto accolte in toto tutte le discrepanze messe in evidenza nel nostro studio: non era scontato, visto accolta la nostra richiesta di revoca dell’autorizzazione, anche se nella determina di diniego le motivazioni e i pareri degli enti non sono riportate in toto, presupponiamo che le discrepanze messe in evidenza nel nostro studio siano state fondanti: non era scontato, viste le ultime due proroghe concesse precedentemente all’incendio. Sicuramente l’emergenza all’insegna della quale opera la pubblica amministrazione, la carenza di personale ed altre contingenze legate al lavoro degli uffici, rendono difficile il compito di molti uffici: in questo caso però siamo di fronte ad una vicenda che ci è costata cara, le conseguenze sulla salute degli abitanti e del paesaggio si vedranno nei prossimi anni, per questo la superficialità non è ammessa quando si tratta di vite umane e tutela ambientale. Ancora di più ci siamo chiesti – mettendo a confronto le varie conferenze dei servizi occorse per esprimere autorizzazioni e rinnovi – come mai alcuni enti decidano di non prendere parte alle valutazioni, nelle quali il loro contributo sarebbe prezioso, pensiamo ad esempio alla Asl che, persino nell’ultima conferenza dei servizi, che ha deliberato il diniego, non è intervenuta attuando il silenzio assenso. Perché?”.

“Ancora, leggendo le motivazioni riassunte dalla Provincia, non possiamo non notare come si sia deciso di saltare a piè pari la controversa questione delle conclusioni – insite nella segnalazione prot. 9129 inviata a Prefettura, Sindaco e Loas – alle quali sono giunti i Vigili del Fuoco dopo il sopralluogo del 24 giugno 2019, ignorate da gli uni o addirittura non pervenute agli altri, per uno strano difetto di invio. Il nostro studio è stato inoltrato per conoscenza alla Procura della Repubblica di Latina, ove, a seguito del rogo, è stata avviata un’inchiesta; ci auguriamo davvero che il magistrato voglia prendere in considerazione anche questa osservazione. Tra i punti da noi evidenziati, lo ricordiamo, anche la tardiva comunicazione da parte dell’Arpa nell’invio di un verbale (redatto nell’aprile del 2015, ma spedito quattro mesi dopo), che avrebbe sicuramente inciso negativamente sulla prosecuzione dell’attività e le valutazioni sull’adeguatezza delle polizze fidejussorie, ovvero l’entità di queste, a garanzia dei possibili danni all’ambiente che la struttura avrebbe potuto arrecare”.

“E proprio su questo punto, volevamo concludere con un riferimento all’intervento in aula dell’assessore Laurenzi a proposito dell’onere che graverà sulle casse comunali per la bonifica del sito, dichiarazioni fatte dal delegato all’ambiente a margine del consiglio comunale. Non vorremmo sia stata una svista, poiché nello stesso consiglio si affrontava la bonifica proposta dalla Paguro, ma ci sembra di ricordare che la soluzione che si era fatta strada inizialmente – comunicata dal sindaco Terra – era la disponibilità della Loas a procedere, e a proprie spese, alla caratterizzazione e, successivamente, alla bonifica. Oggi, alla luce di quanto emerso, non possiamo non chiederci come mai l’amministrazione comunale escluda a priori la disponibilità del privato a provvedere ad un obbligo di legge (il decommissioning), col ripristino dei luoghi ante esercizio e la decontaminazione del sito, a meno che dietro tale disponibilità non si celasse la condizione di avere garantito il rinnovo. Così come dietro la disponibilità della Paguro alla bonifica della discarica di rifiuti tossici ci sia la contropartita della nuova discarica di Rida. Perché Aprilia non può più tollerare l’idea che chi vuol fare profitto venga facilitato promettendo di bonificare a patto di essere lasciato libero di continuare ad avvelenare la nostra vita. Viste le conseguenze che questo territorio ha dovuto subire, lo riteniamo inaccettabile”.

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