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APRILIA – Morte del marocchino Hady Zaitouni, l’Arci La Freccia: “non si  possono accettare ronde o giustizieri improvvisati”.

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Anche l’associazione Arci La Freccia di Aprilia dell’ExMattatoio interviene sulla morte del marocchino Hady Zaitouni, avvenuta nella notte tra sabato e domenica sulla Nettunense, al culmine di un inseguimento. “L’episodio desta nella nostra associazione incredulità e preoccupazione. – scrivono – Al momento le indagini, che vedono indagati due uomini italiani per omicidio preteritenzionale, sono ancora in corso ma a preoccuparci è soprattutto la dinamica degli eventi che hanno portato a questa tragedia. Condanniamo la giustizia fai-da-te, – sottolinea La Freccia – in un stato di diritto la giustizia privata non esiste, soprattutto se si pensa che l’inseguimento in auto, che ha poi portato all’incidente e alla morte dell’uomo (le cui  modalità sono da chiarire – si parla di percosse), è nato da una semplice presunzione di reato.

Pensiamo che la misura sia colma, – prosegue l’associazione -, non si  possono accettare ronde o giustizieri improvvisati per sostituirsi alle forze dell’ordine. Ma soprattutto non si può più accettare questo clima d’odio e di intolleranza, alimentato da slogan populisti e da messaggi sui social network, che sta investendo il territorio nazionale. E di conseguenza anche la nostra città”.

“La nostra associazione – si legge nella nota – da anni è impegnata nel volontariato, curando in particolare le attività sociali e ricreative con e verso i giovani; ci occupiamo in prevalenza di un altro settore ma da sempre quello che ci ha contraddistinto è stato uno spirito di accoglienza e di giustizia sociale (che si ritrova nei valori dell’Arci) che ci ha portato negli anni  a sposare battaglie di vario tipo. E  che ci porta ad analizzare con occhio attento e critico il nostro territorio, il territorio dove viviamo e dove siamo cresciuti.

E di fronte a quest’episodio, ma anche all’escalation degli ultimi tempi, non potevamo rimanere in silenzio. Aprilia non è il far west, di questo siamo convinti anche noi, ma spetta proprio alle forze sane della città: ai liberi cittadini, alle tante associazioni di volontariato, far passare questo massaggio. Spiegare all’Italia, che ci sta conoscendo solo per fatti di cronaca nera, che esiste un’altra Aprilia”.

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