Prima udienza, dopo il rinvio a giudizio, sulla vicenda Loas, a carico dei soci Antonio Martino e Liberato Ciervo e dell’allora legale rappresentante della società Alberto Barbnabei. L’azienda di stoccaggio di rifiuti di Aprilia fu travolta da un pesante incendio nel 2020. In Tribunale a Latina ieri il Comune e la Provincia di Latina, nonché la Regione Lazio, si sono costituiti parte civile. Ai tre sono contestati dalla Procura di Latina i reati di incendio colposo e alcuni reati ambientali in merito alla gestione dei rifiuti e allo smaltimento delle acque reflue.
“Tanto rumore per nulla – dice il sindaco Antonio Terra – la volontà dell’amministrazione comunale di Aprilia resta quella di presentarsi parte civile volontà espressa a dicembre scorso, alla vigilia di Natale e confermata ancora oggi. E’ già stato dato mandato ai nostri legali di presentare la richiesta di parte civile, conosciamo bene questa vicenda. Non cambieremo idea sui danni provocati alla città. Sottolineo inoltre – aggiunge il sindaco – che i nostri uffici hanno dato tutti parere negativo alla richiesta della Loas di poter riprendere l’attività. Abbiamo fatto anche il verbale di inottemperanza alla bonifica, perché l’azienda non aveva eseguito l’intervento in seguito ad una nostra ordinanza e denunciato tutto a chi di dovere”.
Il commento sulla vicenda del candidato sindaco Lanfranco Principi: “L’incendio alla Loas si porta dietro danni di natura ambientale, ma anche un evidente danno di immagine e danno morale per Aprilia, per tutti i cittadini che il 9 Agosto 2020 hanno osservato con preoccupazione per la salute e rabbia il fumo nero propagarsi dall’impianto sul cielo della città. Nonostante questa evidenza e venendo meno ad un impegno che era stato scritto nero su bianco, l’amministrazione civica guidata da Antonio Terra ha deciso di non costituirsi parte civile nel processo per i reati di natura ambientale nei confronti dei soci e dell’allora rappresentante legale della Loas Italia Spa, che muove i primi passi presso il Tribunale di Latina, risultando di fatto il grande assente in uno dei più importanti processi per reati ambientali che riguardano la nostra città.
L’assenza sul tema della tutela ambientale è purtroppo sotto gli occhi di tutti. Anche ai non addetti ai lavori non è sfuggito che il tema della discarica è stato affrontato dalla coalizione civica guidata da Terra/ Caporaso solo a parole, ma sono stati i consiglieri di opposizione a fare in modo che la battaglia venisse condotta nelle sedi istituzionali, avviando per tempo l’iter per presentare in Regione le osservazione all’ultimo piano proposto dalla Frales. Tuttavia il caso della Loas resta emblematico perché pone in evidenza un quesito alla quale l’amministrazione sinistra-civica ha il dovere morale di rispondere: questa grave assenza è frutto di incapacità o dobbiamo pensare, peggio, che ci sia malafede? Non c’è stata la volontà di far valere il diritto dei cittadini ad avere un risarcimento per quanto hanno dovuto subire o ci si è semplicemente dimenticati di loro, dell’immagine della città e del danno che ha subito?
Eppure gli atti erano a portata di mano. Sarebbe bastato rimettere mano alla delibera approvata dal consiglio comunale il 14 agosto 2020, solo pochi giorni dopo l’incendio alla Loas. La mozione presentata in consiglio comunale dal consigliere Vittorio Marchitti e votata all’unanimità, dichiarava lo stato d’emergenza e raccoglieva l’impegno chiaro del Comune di Aprilia di costituirsi parte civile nel caso in cui fosse stata ravvisata l’ipotesi di reato in un processo penale a carico dei responsabili della Loas. L’allora assessore Monica Laurenzi, mesi prima di essere allontanata con la sua lista dalla coalizione sinistra-civica, aveva assunto a sua volta impegni chiari nei confronti dei cittadini. Solo oggi che il processo prende forma, scopriamo che tutto si è fermato e che la coalizione sinistra-civica guidata da Terra/Caporaso ha tradito gli stessi impegni che aveva preso. Il risultato è che il Comune di Aprilia non figurerà in questo processo, mentre tutti gli enti che hanno deciso di costituirsi parte civile – Provincia di Latina, Regione Lazio, Comune di Latina – giustamente esigeranno un risarcimento per il danno cagionato alla parte pubblica. La città, che oltre al danno subirà la beffa di non poter più chiedere alcun risarcimento per il danno ambientale, morale e di immagine, ha diritto di sapere, dal momento che fino ad ora né Antonio Terra né la coalizione civica hanno pensato di spendere una sola parola su questo argomento. Uno dei tanti motivi per cui tra due settimane i cittadini avranno un motivo in più per dare lo sfratto esecutivo a questa coalizione sinistra-civica Terra/Caporaso”.