Un format teatrale per fare riflettere gli studenti sulle dipendenze da sostanze e su quelle tecnologiche. La comunità San Patrignano, in collaborazione con Di.Te., Associazione Nazionale Dipendenze Tecnologiche, porta lunedì 20 maggio alle ore 9.00 a Roma al teatro Arcobaleno (via Redi 1) lo spettacolo #attacca-menti. Un format che vedrà sul palco, fra gli altri, un ospite d’eccezione, l’attore Paolo Ruffini. L’evento, sostenuto dalla Fondazione Ania che da anni supporta WeFree, il progetto di prevenzione di San Patrignano, è aperto a oltre 200 studenti della capitale.
Dipendenza tecnologica e dipendenza da sostanze sono intimamente collegate e hanno una radice comune. Sono entrambe schermi che permettono di filtrare le preoccupazioni, scorciatoie che danno l’illusione di poter superare facilmente i problemi e disagi che la vita ci presenta. Così come sono simili le cause che portano a cadere in queste dipendenze, sono simili le conseguenze: volontà di alienazione dal mondo reale e annullamento delle relazioni e delle emozioni che vengono costantemente filtrate dalla droga o dalla tecnologia.
A condurre il format la giornalista Antonella De Minico, che metterà in relazione due storie di dipendenza, una legata all’utilizzo di sostanze e l’altra legata alle nuove tecnologie. Sul palco infatti Federico che ha concluso il percorso di recupero nella comunità San Patrignano, e Chiara, una ragazza che dopo aver sostituito per anni la sua vita reale con una virtuale, ha avuto bisogno dell’aiuto dell’associazione Di.Te. per riprendere in mano la propria vita e la propria identità. La giornalista poi approfondirà i temi con esperti del settore come lo psicologo Lorenzo Brocchini, l’ingegnere Emanuele Frontoni e il Presidente dell’associazione Di.Te., lo psicoterapeuta Giuseppe Lavenia. Oltre a loro, special guest della tappa romana del format sarà l’attore Paolo Ruffini: “In un momento storico in cui siamo più “social” che sociali, e prestiamo più attenzione ai “reality” piuttosto che al reale, ascoltare o abbracciare diventano gesti rivoluzionari”.
“L’obiettivo del format è quello di promuovere una maggiore consapevolezza e conoscenza fra i ragazzi sui rischi in cui possono incorrere e aiutarli ad affrontare in maniera positiva i momenti di difficoltà – spiega Patrizia Russi, una delle responsabili WeFree – Gli studenti sono i protagonisti di tutte le nostre attività di prevenzione mirate a sviluppare consapevolezza sulle conseguenze dei propri comportamenti e promuovere una trasformazione partendo dalle azioni quotidiane”.
Il progetto WeFree
La formula degli incontri di WeFree è quella del peer to peer, la comunicazione tra pari, la formula migliore per arrivare a toccare il cuore degli studenti e portarli a riflettere su se stessi e sulle proprie scelte di vita. È proprio con questo approccio che, dal 2002, i ragazzi della comunità portano in tutta Italia le loro testimonianze dirette raggiungendo ogni anno circa 50.000 studenti.